Gli scienziati sono concordi sul fatto che gli animali abbiano la coscienza: ci sono infatti numerose prove a riguardo e alcune Dichiarazioni lo sostengono
La questione della coscienza negli animali ha ricevuto recentemente un’importante attenzione scientifica negli ultimi anni. La coscienza è un concetto complesso e difficile da definire in modo univoco. Generalmente si riferisce alla capacità di un essere vivente di avere esperienze soggettive, che spaziano dalla percezione del mondo esterno alle riflessioni interne sui propri pensieri e sentimenti.
Recentemente, la rivista New Scientist ha descritto la coscienza come “qualsiasi tipo di esperienza soggettiva”, ma riconosce che non possiamo accedere direttamente alla mente di un altro essere per confermare queste esperienze.
Per valutare la coscienza negli animali, gli scienziati considerano cinque aspetti fondamentali: la sensibilità sensoriale, la capacità di discernere tra bene e male, l’integrazione delle informazioni sensoriali in un’esperienza coerente, l’influenza del passato sul comportamento attuale e il senso di individualità.
La Dichiarazione di New York sulla coscienza animale
Alcuni animali, come i corvi, dimostrano di apprendere dalle esperienze passate, mentre polpi e api sembrano provare piacere attraverso il gioco, suggerendo una certa esperienza cosciente. Ragionando su queste informazioni, oltre 300 scienziati hanno firmato una dichiarazione congiunta.
Questo documento, noto come Dichiarazione di New York sulla coscienza animale, offre un supporto significativo all’idea che anche gli animali possano possedere una forma di coscienza. Ma cosa implica questa affermazione e quali sono le basi scientifiche che la sostengono?
Uno dei test più noti per valutare la coscienza è il “test dello specchio”, che misura la capacità di un animale di riconoscere se stesso nel riflesso. Questo test ha mostrato risultati interessanti: mentre alcuni pesci hanno superato il test, altri animali come i cani non sembrano mostrare lo stesso livello di auto-riconoscimento.
La Dichiarazione di New York si basa su queste e altre osservazioni per sostenere che i mammiferi e gli uccelli possiedono una forma di esperienza cosciente, mentre pesci, anfibi, rettili e alcuni invertebrati potrebbero avere una coscienza a un livello più basilare. Questo supporto scientifico amplia il concetto di coscienza, riconoscendo che non siamo gli unici esseri viventi con esperienze soggettive e riflessioni interiori.
Il dibattito scientifico sull’argomento si era arricchito in precedenza con la Dichiarazione di Cambridge del 2012, che ha evidenziato come le strutture neurologiche necessarie per la coscienza non siano esclusive degli esseri umani. Così, alla luce di queste scoperte, è sempre più evidente che la coscienza non è una caratteristica unica dell’umanità, ma una qualità che potrebbe estendersi a molte altre forme di vita.
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