9 animali clonati meno noti

Molti vedono nella clonazione l’unica speranza di salvezza per le tante specie animali a rischio di estinzione mentre per altri questa pratica è contro natura e quindi impraticabile. Ma cosa è accaduto dopo Dolly? Ecco un rapido sguardo su alcuni degli animali meno noti clonati negli anni successivi.

Chi di voi non ha almeno una volta sentito parlare della pecora Dolly? Tutto ebbe inizio nel 1996 quando i ricercatori scozzesi del Roslin Institute di Edimburgo diedero vita al primo animale clonato al mondo; la notizia della nascita però fu resa nota soltanto nel 1997. La pecora Dolly condusse una vita pressoché normale diventando più volte “mamma” ma all’età di sei anni fu soppressa per mezzo dell’eutanasia a causa di una grave malattia polmonare seguita a una rara forma di artrite. La notizia della morte di Dolly inasprì ulteriormente l’acceso dibattito sull’etica della clonazione animale. Oggi i suoi resti imbalsamati sono esposti al Museo Nazionale di Scozia ma il dibattito che la sua nascita ha accesso è tutt’altro che sopito. Molti vedono nella clonazione l’unica speranza di salvezza per le tante mentre per altri questa pratica è contro natura e quindi impraticabile. Ma cosa è accaduto dopo Dolly? Ecco un rapido sguardo su alcuni degli animali meno noti clonati negli anni successivi.

Gaur (Bos frontalis)

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Il Gaur, o Bisonte indiano, è un bovino selvatico e il suo aspetto ricorda un incrocio tra un bue e un bufalo d’acqua. È diffuso nelle foreste tropicali asiatiche nelle zone della Cambogia, del Laos, della Cina, dell’India, del Nepal e del Vietnam. Come per molte altre specie la sua popolazione ha subito una forte diminuzione a causa dell’uomo che ha drasticamente ridotto il suo habitat naturale. Nel 2001 negli Stati Uniti, e più precisamente nell’Iowa fu clonato il primo esemplare di Gaur ribattezzato Noè. I suoi “creatori” annunciarono che il piccolo sarebbe stato in grado di stare sulle zampe e interagire con l’ambiente circostante nel giro di dodici ore. Ma dopo due giorni dalla nascita morì a causa di una grave forma di dissenteria.

Muflone (Ovis musimon)

Il muflone europeo, considerata una specie protetta in via di estinzione, e diffuso in Sardegna, in Corsica e a Cipro, fu clonato in Italia nel 2001 da un gruppo di ricercatori mediante la medesima tecnica utilizzata per la pecora Dolly. Nacque così Ombretta

Bufalo asiatico (Bubalus bubalis)

Il bufalo asiatico è il membro più grande della famigli dei Bovini e può raggiungere i due metri di altezza e un peso di oltre 1000 kg. Questi animali amano godersi le acque fangose del le foreste tropicali e subtropicali dell’Asia e da oltre 5000 anni sostengono l’uomo nei modi più disparati. Anche questa specie è a rischio estinzione a causa dell’ibridazione con soggetti domestici. Nel 2005 in Cina, grazie ad un progetto della Guangxi University, fu clonato il primo bufalo asiatico che morì poco dopo la nascita

Banteng (Bos javanicus)

Il Banteng è un bovino selvatico nativo del Sud-Est asiatico e delle isole indonesiane. Fortemente minacciato e presente nell’elenco del World Conservation Union negli ultimi venti anni la sua popolazione ha raggiunto un calo vertiginoso. Nel tentativo di preservare la specie nel 2003 furono clonati nell’Iowa due esemplari utilizzando materiale genetico proveniente dallo Zoo di San Diego dove dal 1976 è conservato tessuto genetico di specie in via d’estinzione.

Stambecco dei Pirenei (Capra pyrenaica pyrenaica)

L’ultimo stambecco dei Pirenei, una femmina di nome Celia, fu trovata morta nel 2000 in Spagna. Un team di scienziati pensò di clonare dei nuovi esemplari mediante materiale genetico ottenuto l’anno precedente. Il processo doveva essere più semplice di quello servito per clonare ad esempio il Gaur poiché i meccanismi riproduttivi delle capre erano meglio conosciuti ed erano caratterizzati da una gestazione più rapida. Ma la mancanza di cellule maschili vanificò l’esperimento.

Cervo dalla coda bianca (Odocoileus virginianus)

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Non sempre ad essere oggetto di clonazione sono gli animali in via di estinzione. Il cervo dalla coda bianca, quello che ha ispirato il Bambi della Walt Disney per intenderci, è largamente diffuso nel Nord America ma nonostante questo è stato clonato probabilmente per scopi esclusivamente economici. Nel 2003 i ricercatori della Texas A&M University hanno “realizzato” il primo esemplare. Questa specie di cervo è allevata in modo intensivo per fini venatori e i cacciatori pagano parecchi dollari per inseguire e uccidere questi poveri animali nei ranch. Gli allevamenti di questa specie sono molto più remunerativi di quelli di bestiame.

Macaco Rhesus (Macaca mulatta)

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Il Macaco Rhesus è un primate diffuso in Asia centrale, meridionale e sud-orientale. È una delle specie maggiormente utilizzate nella sperimentazione scientifica e nel 2000, un’esemplare di nome Tetra è divenuto il primo primate clonato della storia.

Furetto dai piedi neri (Mustela nigripes)

Il furetto domestico fu clonato per la prima volta a partire dal 2006 per la produzione di cavie per la sperimentazione. Oggi si sta pensando di estendere tale processo per la clonazione delle specie selvatiche come quella del furetto dai piedi neri considerati una delle specie più a rischio del Nord America.

Gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica)

Il gatto selvatico africano, o gatto del deserto, è diffuso in Africa e Medio Oriente. Considerato una specie a rischio fu clonato nel 2005 negli Stati Uniti nel Centro Audubon di New Orleans.
I primi esemplari clonati furono un maschio di nome Ditteaux e due femmine, Madge e Caty. Da questi riproduttori si ottennero due cucciolate con madri diverse e padre comune per rafforzare i geni della specie.

Credo che sul tema della clonazione dovremmo interrogarci tutti e chiederci se l’uomo è veramente capace di gestire un tale processo: non tanto dal punto di vista scientifico ma piuttosto da quello etico e morale.

Lorenzo De Ritis

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