Gli amici a quattro zampe potranno presto seguire i propri padroni ricoverati nelle case di riposo e negli hospice di Prato. Il Comune ha così accolto la proposta nata su Facebook dell’assessore ai Diritti degli animali Dante Mondanelli che, pochi giorni fa, aveva pubblicato un appello sulla propria bacheca.
Cani, gatti e in generali gli animali domestici potranno presto seguire i propri padroni ricoverati nelle case di riposo e negli hospice di Prato. Il Comune ha così accolto la proposta nata su Facebook dell’assessore ai Diritti degli animali Dante Mondanelli che, pochi giorni fa, aveva pubblicato un appello sulla propria bacheca.
Si tratta di una delle novità del Regolamento comunale per la tutela e il benessere degli animali del comune toscano, presentato ieri al Palazzo comunale da Mondanelli e dai presidenti delle Commissioni consiliari Affari generali Gianluca Banchelli e Politiche sociali Roberto Baldi con l’obiettivo di “favorire l’accesso degli animali d’affezione nelle strutture socio-sanitarie insieme ai loro padroni e diffondere la pet- therapy nelle strutture di cura in cui la presenza degli amici a quattro zampe può alleviare le patologie“.
Sarà “un’operazione a costo zero per il Comune– spiega Mondadelli- che, compatibilmente con il rispetto delle norme igienico-sanitarie, attraverso gli uffici competenti e la Società della Salute, intende prevedere gli adeguamenti strutturali o di arredo necessari all’accoglimento degli animali nelle case di riposo e in futuro anche negli hospice. Poter avere con sé il proprio animale è molto importante per gli anziani e per chi è nella fase terminale della propria vita“.
D’accordo anche il direttore della Società della Salute, Riccardo Poli: “il favorire l’accesso alle Rsa degli animali di affezione può diventare un requisito di qualità. È necessario che le strutture si adeguino per ospitare questi amici a quattro zampe. Dovranno rispettare dei requisiti che si potranno indicare insieme all’ufficio igiene”.
L‘animale domestico, quindi, visto non più come un soggetto passivo da sfruttare e utilizzare, ma come una figura attiva dalla quale ricevere affetto. Ed è proprio questo il principio che guida la Pet Therapy. Di certo non è sufficiente affiancare un animale a una persona sofferente per aspettarci il miracolo della guarigione, ma avere con sé un fidato amico durante la degenza aiuterà i malati terminali e gli anziani a superare meglio la disabilità e a sentirsi meno soli.
Consentire l’accesso a cani e gatti nelle strutture, consentirà di porre fine alle separazioni dolorose e forzate a cui sono costretti pazienti e animali, entrambi vittime di un abbandono imposto.
Non resta che augurarsi che l’esempio della cittadina toscana non resti un’eccezione.
Roberta Ragni