Un nuovo monitoraggio effettuato sul polline della Valsugana (in Trentino) conferma quanto già evidenziato da precedenti indagini: c'è una forte contaminazione del polline da pesticidi, insetticidi ma anche metalli pesanti e le conseguenze per le api (e non solo) possono essere drammatiche
I monitoraggi condotti sulle api e sui prodotti dell’apistica, possono svelare molto della salute ambientale di un territorio. E, purtroppo, spesso da questo tipo di indagini non emergono buone notizie, in particolare riguardo alla presenza di tracce di pesticidi.
Un nuovo monitoraggio di qualità ambientale relativo ad alcuni mesi del 2022, mostra un’ampia contaminazione del polline contenuto nelle arnie della Valsugana. Questa situazione preoccupante emerge dall’indagine condotta dall’Associazione apicoltori Valsugana-Lagorai, in collaborazione con la Libera università di Bolzano.
Vi potreste chiedere come mai, per monitorare la presenza di fitofarmaci nell’ambiente, venga scelto proprio il polline, invece ad esempio del miele. La risposta sta nelle caratteristiche di questo prodotto delle api, il polline infatti si compone di una parte grassa e una acquosa, il che lo rende capace di sciogliere al suo interno sia sostanze liposolubili (ovvero che si sciolgono nei grassi) sia idrosolubili (che si sciolgono nell’acqua).
Proprio per queste caratteristiche si contamina più facilmente e può dunque essere un perfetto marcatore della situazione ambientale di un territorio. In questo caso, si parla della Valsugana ma un’indagine simile era stata già condotta in Val di Sole. Leggi anche: Troppi pesticidi: il polline è contaminato da fungicidi ed erbicidi, l’allarme degli apicoltori trentini
Cosa è stato trovato nel polline della Valsugana
Dalle analisi su un totale di 68 pollini analizzati (raccolti a maggio 2022 e giugno 2022 ma i cui dati sono stati presentati solo a fine febbraio 2023) è emerso che solo 2 pollini non erano contaminati. Si trattava di campioni raccolti in alta montagna, quindi lontani dal fondovalle e in zone protette dalla correnti ascensionali.
Gli altri 66 campioni di polline erano contaminati da vari fitofarmaci (insetticidi, fungicidi ed erbicidi, tra cui il glifosato) ma anche metalli pesanti. Erano presenti da 1 a 12 sostanze insieme per campione e tutti sono stati dichiarati non commercializzabili.
Come hanno dichiarato Elena Belli, presidente dell’Associazione Apicoltori Valsugana Lagorai e Romano Nesler, responsabile del progetto, nel polline sono stati trovati:
Principi attivi di fitofarmaci usati in agricoltura catalogati in quattro categorie tutte rappresentate (insetticidi, fungicidi, erbicidi e ormoni delle piante); un principio attivo di fitofarmaci usati in agricoltura e in apicoltura per la lotta alla varroasi (tau-Fluvalinate un insetticida e acaricida); metalli pesanti la cui origine va approfondita con ulteriori studi per determinare se sono derivati da inquinamento ambientale (traffico, fabbriche e altro) o da assorbimento radicale da terreni naturalmente più ricchi di questi elementi.
Tra gli elementi dannosi trovati vi sono anche insetticidi vietati dalla legge come:
- Imidacloprid
- Chlorpyrifos-methyl
Ma anche sostanze come:
- piombo
- rame
- cadmio
Dopo quanto scoperto, ovviamente la questione non può finire qui, ma apre la strada a nuove indagini che dovranno capire quali effetti hanno le sostanze contaminanti sulle api:
Un ulteriore studio sarà condotto nel 2023 calcolando la tossicità dei pollini contaminati nei due anni (2022-2023) e l’evoluzione negli anni successivi.
Gli esperti aggiungono:
Siamo convinti che il dato più preoccupante sia la contaminazione ambientale e la tossicità dei pollini verso gli insetti pronubi che garantiscono l’impollinazione delle piante spontanee. Le api e gli altri insetti impollinatori occupano la medesima nicchia ecologica, infatti si alimentano di polline e nettare raccolto sui fiori. Le problematiche di contaminazione sono quindi comuni a tutti gli insetti pronubi. Il numero di queste specie sta diminuendo rapidamente.
Insomma, nell’attesa che si faccia qualcosa per limitare la presenza dei pesticidi nell’ambiente, rischiamo di veder decimare la popolazione di api e altri insetti. Cosa che, in effetti, già sta accadendo, e non solo in Trentino.
Leggi anche: Api sempre meno longeve: la durata della vita si è dimezzata rispetto a 50 anni anni fa, lo studio
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Fonte: Apival
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