Orrore nel Nuorese dove sono state ritrovate due carcasse di delfini tursiopi. I cetacei sono stati mutilati per il loro mosciame, unica parte commestibile dell'animale marino. Seppur la sua vendita sia vietata da un Decreto del 1989, il mercato clandestino non sembra fermarsi
Macabri ritrovamenti a Orosei, in provincia di Nuoro, dove due corpi di delfini Tursiops truncatus giacciono senza vita. Mutilati, sfilettati per ricavarne il mosciame, l’unica parte commestibile dei tursiopi che viene commerciata illegalmente.
Al mercato nero il mosciame di delfino può essere venduto fino a 200 euro al chilo e i pescatori senza scrupoli lo sanno bene. Le due carcasse scoperte a Orosei non sono purtroppo un caso isolato. A fine maggio un altro delfino era stato fatto a pezzi sempre in Sardegna per il suo mosciame.
Sebbene il commercio del mosciame sia vietato dal 1989 con il Decreto Legge del 3 maggio 1989, questo pezzo di carne è purtroppo ancora molto richiesto.
Nella ristorazione di lusso e non solo il filetto di mosciame è considerato una pietanza pregiata da proporre ai clienti. E così, vista la domanda crescente, sempre più delfini finiscono per essere barbaramente uccisi, vittime del bracconaggio marino.
Questo crimine di natura, così lo definisce il WWF, risulta perciò difficile da fronteggiare e si unisce alle altre grandi minacce che stanno sterminando le popolazioni di tursiopi nei nostri mari: inquinamento marino, traffico nautico, bycatch e così via.
Per contrastare i crimini di natura è necessario creare banche dati aggiornate e dettagliate, rafforzare la vigilanza, adeguare gli strumenti sanzionatori e puntare sulla formazione delle istituzioni pubbliche, ribadisce il WWF.
La cooperazione dei cittadini è più che mai necessaria per combattere questi orrori prima di dover esser costretti a dire per sempre addio ai delfini. Attualmente la specie Tursiops truncatus è inserita nella Lista Rossa della IUCN e il suo stato di conservazione è ritenuto quasi minacciato di estinzione.
Fonte: WWF
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