Gli amori impossibili per colpa dei cambiamenti climatici

Orsi polari, pinguini e coralli: gli amori resi impossibili dal cambiamento climatico globale.

Cambiamenti climatici e animali. “Questo amore è una camera a gas”, è la sottile provocazione che il Wwf lancia, nel giorno di San Valentino, contro il global warming, raccontando gli amori resi più difficili dagli effetti del cambiamento climatico globale.

Cosa vuol dire? Che i cambiamenti climatici non riguardano solo l’essere umano, ma anche il mondo animale: tempi, luoghi e modalità dell’amore, consolidati grazie a un millenario processo di evoluzione, a causa del global warming in pochi anni hanno subito mutamenti estremi. Con buona pace dell’accoppiamento delle varie specie.

In Antartide, per esempio, sono anni che i pinguini imperatore non riescono a trovare luoghi sicuri in cui nidificare. Ciò è dovuto all’aumento delle temperature che rende i ghiacci molto instabili, mettendo a rischio anche la sopravvivenza dei nuovi nati.

E nell’Artico? Idem. Qui la riduzione della banchisa quasi impedisce all’Orso Polare andare a caccia di cibo, ma anche di trovare il proprio partner durante la stagione degli accoppiamenti.

Un allarme che il WWF lancia in occasione della Festa degli innamorati chiedendo di fare un regalo alla Natura salvando l’amore di molte specie come orso, pinguino e studiarne i comportamenti.

Amore tra gli animali, tutti gli orologi impazziti a causa dei cambiamenti climatici

Uccelli

Molte specie di uccelli hanno dovuto anticipare il periodo della riproduzione e di conseguenza la deposizione delle covate: è accaduto alle urie nord-americane, che in 10 anni hanno man mano anticipato la riproduzione di 24 giorni, o ai fringuelli inglesi, che, come molte altre specie di uccelli e farfalle, sono stati costretti ad anticipare la data della riproduzione al crescere della temperatura primaverile.

fringuello

Pinguini

In Antartide, l’aumento delle temperature ha costretto alcune colonie di pinguini imperatore a spostare negli anni i siti in cui riprodursi e nidificare perché lo strato di ghiaccio marino che usualmente utilizzavano tardava a formarsi o non era abbastanza stabile. Per questo gli scienziati prevedono un declino di quasi il 30% della popolazione nelle prossime generazioni.

pinguini

Così come i pinguini di Adelia: in alcune zone l’estensione della banchisa è aumentata e i genitori faticano a spostarsi dalle zone di cova a quelle di alimentazione. Altrove, invece, la maggiore umidità dovuta ai cambiamenti climatici rende più vulnerabili e deperiti i pulcini. Di contro, nei siti più stabili la popolazione è in aumento, e ciò almeno fa ben sperare per il loro futuro.

Coralli

Le temperature troppo elevate sono un disastro anche per i coralli, che vivono in simbiosi con le alghe Zooxanthellae che forniscono il nutrimento grazie alla fotosintesi. Ma l’aumento sempre più frequente della temperatura superficiale dei mari uccide proprio queste alghe e di conseguenza i coralli stessi che perdono il tipico colore (fenomeno del bleaching/sbiancamento).

barriera corallina copy

Tartarughe marine

Il clima influisce anche sulla riproduzione di molte specie di pesci e rettili, come le tartarughe marine Caretta caretta, per le quali le temperature ideali per riprodursi sono estremamente ridotte (attorno ai 28°C), dato che il sesso della prole è determinato proprio in base alla temperatura. In caso di temperature più basse nasceranno più maschi che femmine, viceversa a temperature più alte. Quindi, se le temperature dovessero rimanere localmente elevate per molti anni, le femmine nate non avranno abbastanza maschi con cui riprodursi. Magari un sollievo per alcune di loro, ma un grande pericolo per la specie.

tartarugatartaruga marina

Orsi polari

Il clima talvolta manda in tilt anche le specie come l’orso polare. Nonostante il maschio sia capace di fiutare la femmina a chilometri di distanza, a causa dello scioglimento dei ghiacci, diventa sempre più complicato trovarsi e accoppiarsi: se la banchisa artica continua a diminuire a questi ritmi, entro il 2050, avremmo perso per sempre il 30% degli orsi polari attualmente esistenti.

orso polare banchisa

Tra l’altro, poiché in molte zone dell’Artico si è ridotta l’estensione della banchisa su cui l’orso si muove, caccia e cerca il partner, questa specie trascorre più tempo sulla terraferma, dove può incontrare l’orso bruno. Solitamente le due specie si evitano, ma in mancanza di altri partner più adatti può accadere che gli opposti si attraggano e si riproducano, dando vita a figli ibridi dai colori intermedi.

Decisamente una visione non rosea.

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Germana Carillo

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