Estremamente intelligenti e super resistenti: i super maiali selvatici ora sono diventati un serio problema in America

Negli ultimi decenni gli Usa e il Canada stanno facendo i conti con quella che è ormai considerata una grande minaccia per i raccolti e per la fauna autoctona: l'invasione di maiali selvatici molto resistenti e abilissimi nel cacciare le prede. Ma, come spesso accade, la responsabilità di questa situazione è da attribuire all'uomo...

Sono sfuggenti, resistenti agli inverni molto rigidi e dotati di un’intelligenza eccezionale, tanto da essere stati ribattezzati “super maiali”. Stiamo parlando dei suini selvatici, nati da un incrocio fra quelli domestici e i cinghiali, che si sono trasformati in una grande minaccia per gli ecosistemi in gran parte dell’America settentrionale.

Secondo le autorità, solo sul territorio statunitense ogni anno provocano danni pari a 1,5 miliardi di dollari. E non si tratta solo di un problema di tipo economico e ambientale. Questi maiali selvatici sono un veicolo per la diffusione di virus e malattie, trasmissibili all’essere umano.

Ma che aspetto hanno questi animali e soprattutto quando hanno iniziato a moltiplicarsi? Si tratta di animali di dimensioni notevoli; gli esemplari adulti possono superare i 200 chili e arrivare a una larghezza di un metro e mezzo e si caratterizzano per uno strato molto spesso e ispido di pelo. Fino ad alcuni secoli fa i maiali non erano presenti n America. Sono stati i coloni e gli esploratori europei a introdurli intorno al 1500 sul suolo americano.

Poi negli anni ’80 del secolo scorso gli allevatori hanno dato vita a un vero e proprio super maiale, incrociando i cinghiali con quelli domestici, senza considerare le conseguenze negative che avrebbe avuto quella razza ibrida, i cui esemplari sono fuggiti dalle fattorie moltiplicandosi. Oggi negli Usa si contano circa 6 milioni di suini selvatici, sparsi in 31 Stati.

maiali selvatici americani

@USDA

Perché i maiali selvatici sono divenuti una minaccia

I maiali selvatici sono i peggiori grandi mammiferi invasivi del Pianeta – asserisce Ryan Brook, che guida il progetto di ricerca su questi animali presso l’Università del Saskatchewan del Canada. – Sono incredibilmente intelligenti, molto sfuggenti e anche quando c’è una certa pressione su di loro, specialmente se le persone iniziano a cacciarli, diventano quasi completamente notturni e riescono a scappare, nascondendosi nelle foreste, scompaiono nelle zone umide e possono essere molto difficile da individuare.

Come anticipato, loro genetica li ha resi davvero resistenti, anche a temperature estremamente basse. Grazie alle loro zanne, riescono a scavare tunnel profondi fino a 2 metri sotto la neve. Sia in Usa che in Canada le autorità hanno provato a mettere in atto varie strategie – dall’uso di grandi trappole ai tentativi di avvelenamento – contro questa specie invasiva, ma tutto si è rivelato vano.

Il problema principale è che le femmine iniziano a riprodursi a soli otto mesi di età e ciascuna può partorire due cucciolate da quattro a 12 maialini ogni 12-15 mesi. Ciò consente alle specie di moltiplicarsi e colonizzare nuovi territori in tempi record.

Leggi anche: I danni provocati dai cinghiali si moltiplicano, ma uccidere questi animali è il modo più sbagliato per prevenirli

L’impatto di questi “super maiali” è davvero devastante: predano specie selvatiche autoctone, fra cui la quaglia di Bobwhite settentrionale e le uova di tartarughe marine in via d’estinzione. Oltre a devastare i raccolti dei contadini, a contaminare le fonti d’acqua e a prendere di mira gli animali domestici, rappresentano un serio rischio per la salute pubblica degli americani, ma anche per altri animali.

Secondo quanto riferito dal Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America (USDA), i suini selvatici possono diffondere una serie di patologie, fra cui la leptospirosi, la toxoplasmosi, la brucellosi, l’influenza suina, la Salmonella, l’epatite, la peste suina africana e l’Escherichia Coli.

“È noto che i suini selvatici sono portatori di almeno 30 malattie virali e batteriche e quasi 40 parassiti che possono essere trasmessi a esseri umani, animali domestici, bestiame e specie selvatiche.

Ma per gli esperti c’è un’altra minaccia da non sottovalutare: nuove malattie ancora sconosciute. Proprio da questi animali potrebbe avere origine un nuovo virus influenzale, in grado di diffondersi facilmente fra gli esseri umani.

Il nostro rischio in relazione ai suini è maggiore rispetto a quello legato ad altre specie selvatiche più tradizionali, – mette in guardia Vienna Brown, biologa dell’USDA, nel corso di un’intervista rilasciata al National Geographic – in parte a causa della loro natura gregaria, della nostra vicinanza a loro e anche solo per l’elevato numero di esemplari”

In tutta questa storia, i maiali però non hanno nessuna colpa. Se ci troviamo in questa situazione (ormai sfuggita di mano) è solo responsabilità dell’uomo…

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Fonti: USDA/Guardian

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