Ti mostro come (non) vivono i cavalli in Egitto: feriti, stremati e alla ricerca di cibo tra i rifiuti

Cavalli pelle e ossa, stremati, con ferite sul loro corpo. In Egitto, e in altri Paesi del mondo, gli equini vengono tenuti in questo modo. Un soccorritore volontario si impegna per somministrare le prime cure ed educare la popolazione al rispetto di questi esseri senzienti, non strumenti da lavoro

Pelle e ossa, con cicatrici sul corpo, costretti a trainare carretti sotto al sole cocente, con temperature che arrivano a 43°C e anche più.

In Egitto moltissimi cavalli sperimentano questa atroce sofferenza poiché sono considerati null’alto che strumenti da lavoro. Lo sa bene il dottor Ali Safari, che cura e soccorre animali in difficoltà.

E in Egitto le emergenze non si contano. Assieme all’influencer Shpetim Shala, arrivato dalla Germania, ha documentato e mostrato al web le condizioni in cui sono tenuti i cavalli. Questo povero esemplare ne è un esempio.

Zoccoli rotti, lesioni, sfinimento che si percepisce anche da lontano. L’animale non riesce a camminare correttamente. Una delle sue zampe posteriori deve causargli molto dolore. È uno dei tanti, tantissimi casi a cui hanno assistito sul posto.

In Egitto, come in altri Paesi del mondo, i cavalli vengono sfruttati per le corse, per i giri turistici. Salvo rare eccezioni, il loro stato di salute non è importante.

Non vi è consapevolezza di avere davanti un essere vivente, un essere senziente che prova pena, paura, che accusa stanchezza e che ha dei bisogni. In un altro video condiviso sul profilo, si vede un cavallo vagare tra rifiuti alla ricerca di qualcosa con cui sfamarsi. 

Anche questi cavalli chiedono aiuto con uno sguardo affranto.

Ne ho viste di tutti i colori. Sono traumatizzato” ha dichiarato Shpetim Shala dopo aver incontrato animali così sofferenti.

Gli interventi del dr. Ali Safari sono tantissimi. Originario della Palestina, trapiantato in Germania e in giro per portare avanti la sua missione, Safari dedica la sua vita agli animali dimenticati. Non si occupa solamente di cavalli, ma di qualunque animale affamato, moribondo.

Lo fa a titolo volontario, sostenuto dalla sua comunità.

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Fonte: aliassafari1/Instagram

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