Due cavalli abbattuti in una corsa in Sardegna, altri feriti nei palii: questo non è divertimento

Ancora un incidente durante una manifestazione che fa uso di animali. L'evento, in Sardegna, si è concluso con l'abbattimento di due cavalli. La vicenda riaccende i riflettori sui tanti, troppi palii, giostre e feste organizzati nel nostro Paese, in cui gli animali continuano a essere sfruttati

Costretti a correre in folli competizioni, feriti nelle gare, abbattuti per le lesioni riportate. Due cavalli sono stati uccisi in Sardegna a seguito del’Ardia di Sedilo, manifestazione in onore di San Costantino.

Nel corso dell’evento si è verificato un incidente che ha coinvolto una decina di equini, due dei quali addormentati per sempre. Altri sarebbero sotto osservazione.

È il bilancio dell’edizione di quest’anno, al quale si sommano tutti gli “imprevisti” di feste, corse storiche ed eventi che fanno ancora uso di animali e, in particolare, di equidi. E in Italia questi appuntamenti continuano a essere tanti, troppi.

Negli ultimi decenni, complice anche l’assenza delle associazioni di tutela sul tema, sono proliferati palii, giostre, quintane e altre corse di rievocazione storica, soprattutto come emulazione del palio di Siena. Oggi sono centinaia quelli da noi censiti e molti si sono organizzati in una sorta di circuito, tanto che si vedono i cavalli e i fantini girare da un palio all’altro: la storia e la tradizione sono solamente una scusa. E comunque nessuna tradizione potrebbe mai giustificare una barbarie simile sugli animali” ha commentato Sonny Richichi, presidente dell’associazione Italian Horse Protection (IHP).

Proprio l’inizio del Palio di Siena ha riacceso nuovamente i riflettori sulle condizioni dei cavalli, tra frustate e animali moribondi allontanati dalla scena. Lo scorso 4 luglio, 4 cavalli sono caduti durante il Palio.

Ancora prima, a maggio, un alto episodio ha suscitato enorme indignazione. Un asino ha vinto il palio a Seravezza, Lucca, con il suo fantino, che ha usato un pungolo elettrico sull’animale. La squadra è stata squalificata dopo le contestazioni da parte delle altre contee.

Può mai essere questo un divertimento? Una forma di cultura, una tradizione da tramandare? Assolutamente no e le tante irregolarità, i maltrattamenti e gli incidenti che continuano ad avere luogo in palii, giostre e simili sostengono questa posizione.

Usanze medievali, indegne di un Paese civile, ogni anno mettono a repentaglio la vita di centinaia di cavalli. Vogliamo che l’opinione pubblica si faccia sentire per far cessare queste pratiche anacronistiche. Le feste e le rievocazioni non devono contemplare lo sfruttamento di animali” ha concluso Richichi.

Lo abbiamo sempre sostenuto e lo sosteniamo ancora. Vi sono tanti modi di celebrare le usanze di un paese, i suoi usi e costumi, i suoi santi. Per dover adoperare cavalli, colombe e altri animali? Per loro è una stressante tortura.

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Fonte: IHP

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