Dal desiderio di possedere animali rari alle lacune normative, l'inchiesta "Esotici fuori luogo" indaga il mondo del commercio di pet non convenzionali, mettendo in luce le conseguenze sul benessere animale e sulla salute pubblica, con un focus sul rischio di zoonosi, le parole di David Quammen e un reportage dal mercato di Hamm, in Germania
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Suricati, serpenti, iguana o furetti sempre più scelti anche in Italia come animali domestici, ma cosa si nasconde dietro questa nuova passione perennemente alla ricerca dell’esemplare “più raro”? Un’inchiesta di due giovanissime giornaliste svela i retroscena di un business miliardario e pericolosissimo.
L’immagine di un ara dai colori sgargianti che fa capolino da una gabbia dorata in un salotto milanese, un pitone reale arrotolato attorno al collo del suo proprietario in un appartamento romano, un furetto che gioca in un giardino fiorentino: scene di quotidianità sempre più comuni, che testimoniano la crescente passione per i pet non convenzionali. Ma dietro a questa tendenza si cela un mondo complesso e spesso inquietante.
Sbarca su RayPlay l’inchiesta “Esotici fuori luogo” (puoi vederla qui), vincitrice del Premio Riccardo Laganà, realizzata da Caterina Tarquini e Francesca Sapio, due giovani giornaliste che hanno indagato il fenomeno, accendendo i riflettori sul commercio di animali esotici, un business milionario – anzi, miliardario – che si nutre di sfruttamento, illegalità e indifferenza. Dalla cattura in ambienti naturali al trasporto in condizioni disumane, dalla vendita illegale online alle lacune normative, questo prezioso lavoro giornalistico svela le ombre di un mercato che mette a rischio il benessere degli animali e la salute pubblica.
Un business in crescita
Il fascino di possedere un animale esotico ha alimentato un business che sta rapidamente crescendo anche in Italia. “Rettili e pesci richiedono meno attenzioni rispetto ad altri animali. I serpenti, ad esempio, mangiano una volta a settimana. Interazioni non ne vogliono in quanto non sono animali d’affezione”, racconta alle due giornaliste Roberto Rongione, titolare di un negozio di animali esotici, nell’inchiesta.
“Quando tu hai un rettile in casa, non hai un animale domestico. Quello che tu cerchi è un pezzettino di mondo naturale nel tuo salotto“, spiega Matteo Oliveri, veterinario esperto di rettili e anfibi.
E Paolo Selleri, veterinario esperto di animali esotici, aggiunge: “Alcuni tipi di serpenti possono costare fino a 100mila euro. Se li fai riprodurre, tiri fuori un sacco di soldi”. Ma Selleri racconta anche un’altra faccia di questo business, fondata sulla sofferenza animale e sull’incuria tutta umana: “Una volta mi è capitato che una persona entrasse con un lemure cresciuto dentro casa. A causa della mancata esposizione ai raggi UV soffriva di rachitismo, che non gli permetteva di stare in piedi”.
Hamm: il grande mercato dei rettili
L’inchiesta di Tarquini e Sapio ci porta fino ad Hamm, in Germania, dove due volte l’anno si tiene il più grande mercato europeo di rettili. Un evento che richiama appassionati e commercianti da tutto il continente, pronti a vendere o acquistare specie vietate in Italia.
Le immagini girate ad Hamm mostrano un mercato affollato e caotico, con animali ammassati in scatole e terrari di piccole dimensioni. Molti esemplari appaiono stressati, feriti o malati. Una situazione che solleva serie preoccupazioni sul benessere degli animali e sui rischi per la salute pubblica.
CITES: la convenzione che non basta
A regolamentare a livello internazionale il commercio di specie esotiche è la CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione), che tutela oltre 38mila specie animali e vegetali. In Italia, i carabinieri CITES si occupano dei certificati necessari per detenere gli animali. Ogni anno, ne vengono rilasciati 70mila. Non è insolito, però, che questi certificati vengano contraffatti o riciclati.
Non a caso, quello illegale di flora e fauna è uno dei traffici più redditizi a livello globale: un giro d’affari, segnalano le due giornaliste, che vale oltre 20 miliardi di dollari l’anno.
Zoonosi: la minaccia invisibile
Come spiega David Quammen, saggista e divulgatore scientifico statunitense: “Gli animali selvatici sono portatori di virus, alcuni dei quali sono in grado di infettare gli esseri umani”.
La diffusione di zoonosi, malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, è una delle principali minacce per la salute pubblica a livello globale. E il commercio di animali esotici, con il suo carico di specie selvatiche catturate in natura, rappresenta un fattore di rischio significativo.
L’intento della nuova normativa sul commercio e la detenzione di specie esotiche è proprio quello di prevenire l’insorgenza di focolai di zoonosi. A distanza di due anni dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo 135 del 5 agosto 2022, però, i decreti attuativi e soprattutto la nuova “lista negativa”, che avrebbe dovuto emanare il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, assieme al Ministero della Salute, non vedono ancora la luce. Questa importante lista riguarda il divieto di detenzione e riproduzione per gli animali delle specie che, anche se nati in cattività, sono da considerare pericolose dai punti di vista sanitario, dell’incolumità e biologico.
Quammen, nell’intervista, sottolinea anche l’inerzia della politica di fronte a questo problema: “I governi non vogliono dare potere all’Organizzazione Mondiale della Sanità perché mette in discussione la loro sovranità. I governi non vogliono fare ciò che è necessario perché è politicamente impopolare per una parte della cittadinanza”.
Informarsi, sensibilizzare, agire: sono questi i verbi che devono guidare il nostro impegno per un futuro più sostenibile e equo, dove la convivenza tra uomo e natura sia basata sul rispetto e la comprensione.
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