Calci nelle mammelle, vitelli strappati alle madri a qualche ora dalla nascita, gravidanze forzate: una nuova inchiesta sotto copertura condotta nel Regno Unito svela tutte le atrocità dell'industria del latte
Il latte che beviamo la mattina ha un gusto amaro, anzi amarissimo: è quello della sofferenza inflitta alle mucche negli allevamenti intensivi. Dimenticate le pubblicità idilliache in cui vengono mostrate libere al pascolo. Ciò che sono costrette a subire è raccapricciante: a confermarlo è una recente inchiesta realizzata da Animal Equality in cui si mostrano l’inferno vissuto da mucche e vitelli nelle aziende lattiero-casearie del Regno Unito, comprese quelle accreditate e certificate come biologiche.
Nel filmato, girato in un allevamento del Galles, si vedono i cuccioli separati con violenza dalle loro madri e poi sottoposti a indicibili sofferenze per favorire produzione di proteine animali.
Solitamente a distanza di qualche ora dal parto, il vitello viene portato via dalla propria madre: in questo modo viene privato del latte, che viene destinato al consumo umano. Questa separazione è estremamente dolorosa sia per la muccha che per il piccolo, come svelano le terribili immagini delle varie inchieste condotte da Animal Equality e altre associazioni animaliste. Nella maggior parte dei casi i vitelli appena nati cercano disperatamente per ore la loro madre.
Le femmine vengono poi trasferite in alloggi di gruppo con altre giovani vitelle in attesa di prendere il posto delle loro madri venendo condannate quindi a una vita di sfruttamento. Ai maschi, invece, tocca un’altra sorte: vengono mandati al macello per diventare carne.
Ciò che accade alle mucche è altrettanto terrificante. Si tratta di animali molto materni e sociali, che potrebbero vivere fino a 20 anni. Ma, ovviamente, negli allevamenti le attende un’esistenza tristissima e piena di sofferenza. Le vacche da latte vengono infatti ridotte allo sfinimento attraverso continui cicli di inseminazioni, gravidanze e mungiture per poi essere macellate all’età di 3 o 4 anni, per ottenere carne a buon mercato o prodotti in pelle.
L’inchiesta realizzata nel Regno Unito mostra terribili abusi nei confronti delle mucche, fra cui calci nelle mammelle e colpi di pala.
Per dire basta a queste pratiche crudeli, Animal Equality ha lanciato una campagna, a cui ha aderito anche l’attrice di Harry Potter, Miriam Margolyes, che ha voluto prestare la sua voce nel filmato appena pubblicato per chiedere al governo britannico di sostenere gli agricoltori affinché abbandonino il settore lattiero-caseario e lavorino per la transizione alle proteine a base vegetale.
In Italia oltre 2 milioni di mucche condannate ad un crudele destino
Ciò che è stato documentato nelle aziende lattiero-casearie del Regno Unito, purtroppo, accade anche in Italia. Nel nostro Paese più di 2,6 milioni di mucche sono allevate per il loro latte ogni anno, di queste il 4% viene macellata ancora incinta, ovvero quasi 130.000 mucche, un dato che supera la media europea.
I vitelli, inoltre, vengono portati al macello dopo pochi mesi di vita e dopo aver passato parte della vita in gabbia e totalmente privi delle cure materne. Come sottolineato da Animal Equality, non c’è alcuna soluzione a questo problema poiché il mercato della carne di vitello è un sottoprodotto dell’industria lattiero-casearia. Quindi finché si produrrà latte nasceranno vitelli maschi, e finché nasceranno ci sarà la necessità di abbatterli. Questo perché sono considerati uno scarto di produzione.
Nella nostra nazione dal 2020 la produzione di latte ha superato i 12,65 milioni di tonnellate, un aumento rispetto agli ultimi anni dovuto alla ripresa di alcuni settori che sono stati penalizzati dalla pandemia. Ciò significa che un numero maggiore di mucche è costreto a sofffrire.
Proprio come noi, le mucche devono partorire per produrre latte, un elemento intuitivo ma spesso sconosciuto al grande pubblico. Affinché gli esseri umani possano bere il latte di una mucca, i giovani vitelli maschi che nascono devono essere subito allontanati dalle mamme e strappati a un legame che in natura sarebbe molto stretto. – conclude Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia – Questa triste storia vale per tutti i milioni di mucche confinate da questa industria in tutto il mondo, anche in Italia. Dobbiamo porre fine a questo crudele ciclo di sofferenza passando rapidamente ad alternative a base vegetale”.
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Fonte: Animal Equality
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