Vincono i cittadini: Fileni condannata per le cattive esalazioni dei suoi allevamenti di polli

Il Tribunale di Ancona ha emesso quattro decreti nei confronti di altrettanti allevamenti Fileni nelle Marche per esalazioni moleste. L'azienda annuncia opposizione, mentre i residenti si preparano a costituirsi parte civile

Si torna a parlare degli allevamenti Fileni, dopo una nuova decisione del Tribunale di Ancona in merito alle esalazioni moleste provenienti dagli impianti dell’azienda.

Già lo scorso agosto, la Procura di Ancona aveva aperto un fascicolo a causa delle forti “emissioni odorigene” denunciate dai residenti nei pressi degli stabilimenti di Ripabianca, Cannuccia, Ponte Pio e Monte Roberto.

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Ora è arrivata la notizia che il Tribunale di Ancona ha emesso quattro decreti penali di condanna nei confronti del legale rappresentante di Fileni, Giovanni Fileni, per violazione dell’articolo 674 del Codice Penale. Il reato riconosciuto è quello di “getto pericoloso di cose”, legato alle emissioni moleste che fuoriescono dagli impianti avicoli.

Le proteste dei residenti, che vanno avanti dal 2022, hanno finalmente portato a una condanna, che segna un importante passo per i cittadini della Vallesina. Secondo il loro legale, si tratta di un risultato rilevante, poiché queste emissioni sono ora considerate ufficialmente dannose per la salute e la qualità della vita dei residenti.

Vi ricordiamo inoltre che non è la prima volta che Fileni è al centro di controversie legali. Questa nuova sentenza segue una serie di indagini e denunce che riguardano non solo i cattivi odori, ma anche presunti abusi edilizi e d’ufficio, come evidenziato dalle indagini sugli allevamenti del marchio.

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La nuova decisione del Tribunale di Ancona è solo l’ultimo capitolo di una lunga battaglia tra i residenti e l’azienda, che include anche inchieste sulle condizioni di vita e macellazione degli animali negli allevamenti, sollevate in passato da inchieste giornalistiche e organizzazioni animaliste.

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La replica di Fileni

L’azienda, dal canto suo, ha già annunciato che farà opposizione. Francesco Mandolini, direttore del settore qualità, ambiente e sicurezza di Fileni, ha dichiarato che l’azienda ha sempre operato nel rispetto delle autorizzazioni e dei controlli, ribadendo che non ci sarebbero evidenze di inquinamento o di superamento di soglie nocive.

Mandolini ha sottolineato come l’interpretazione del Tribunale si basi su percezioni soggettive e ha difeso l’impegno di Fileni nell’investire in tecnologie utili a mitigare l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi.

La questione, insomma, è destinata ad andare avanti. Il comitato per la Vallesina, già attivo da anni nella difesa dei diritti dei residenti, ha confermato l’intenzione di costituirsi parte civile nel futuro processo, qualora Fileni proceda con l’opposizione.

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Fonte: Comitato per la Vallesina

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