La maggior parte delle uova che troviamo sugli scaffali dei supermercati italiani non delude per la freschezza (come confermato da un nuovo test), ma in che condizioni "vivono" le galline che le producono nei nostri allevamenti? La risposta è decisamente meno rassicurante
Le uova rientrano fra gli alimenti più consumati in assoluto poiché molto nutriente e versatile. E in quanto a freschezza, quelle vendute nei supermercati ne escono decisamente bene: a confermarlo è il recente test realizzato dalla rivista Il Salvagente (di cui vi abbiamo parlato in qeusto articolo), che ha analizzato 22 marchi facilmente reperibili sul mercato italiano.
Dalle analisi sono emersi risultati soddisfacenti: tutti i campioni di uova (biologiche e non) hanno ottenuto un voto che va da “Eccellente” a “Ottimo”; il punteggio più basso è stato, infatti, di 8,3.
I marchi testati per valutare i parametri di igiene, freschezza e l’eventuale presenza di insetticidi sono stati: Aia, Cà Bianca (Md), Carrefour (bio e non), Casa Bonelli (Todis), Coccodì Bio, Conad (bio e non), Coop (bio e non), Delizie del Sole – Eurospin (bio e non), Esselunga (bio e non), Le Naturelle (bio e non), Le Stagioni d’Italia, Ovito, Terra – Lidl, Todis Biologico.
Nessuna delusione per le uova, dunque. Ma che dire delle galline? Per questi animali la situazione è indubbiamente meno confortante. Non è un caso che il Salvagente abbia scelto il titolo “Sta meglio l’uovo che la gallina” per il suo test. Sono ancora troppi gli animali costretti ad una desolante esistenza in gabbia, sfruttati in nome del profitto.
E si tratta di una questione che dovrebbe toccarci da vicino, dato che l’Italia rappresenta il quarto produttore europeo di uova, dopo Francia, Germania e Spagna. Sono ben 41 milioni le galline ovaiole allevate nei nostri allevamenti, che si concentrano specialmente nelle Regioni Settentrionali, fra Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna).
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Come stanno le galline ovaiole italiane
Nonostante in Italia prevalga il sistema di allevamento a terra per le galline ovaiole, le gabbie non sono affatto scomparse. Secondo i dati riportati Anagrafe nazionale, nel 2020 il 49% delle ovaiole è stato allevato” a terra”, il 42% in “gabbie arricchite”, il 4% all’aperto e il 5% in allevamenti biologici.
Come dimostra il recente report EggTrack realizzato dall’associazione Compassion in World Farming, nell’ultimo anno livello europeo sono stati compiuti importanti passi avanti a favore del benessere animale, ma la strada è ancora lunga.
Delle 128 aziende europee incluse nel monitoraggio EggTrack, l’85% ha comunicato i progressi fatti, mentre la transizione si attesta all’84,4%. E in Italia? Nel nostro Paese 29 aziende hanno reso pubblici i passi compiuti verso l’abbandono delle gabbie, in vista del divieto imposto dall’UE entro il 2027.
Gli impegni assunti dai supermercati italiani a favore del benessere animale
In particolare 6 supermercati su 14 hanno mostrato un impegno completo ad abbandonare le gabbie sia dalle filiere di uova in guscio che di uova usate come ingrediente: Selex, Carrefour, Conad, Esselunga, Metro e Bennet devono compiere un ultimo passo, mentre Coop, Aldi e Lidl (che però mantiene il sistema combinato) hanno già hanno già detto addio alle gabbie in entrambi i casi. Come si legge nel report EggTrack 2022, il Gruppo VéGé resta l’unico tra i maggiori supermercati italiani a non avere una posizione pubblica sulle gabbie nelle filiere di uova.
Riepilogando, ecco quali sono i supermercati che si riforniscono già da allevamenti di galline senza gabbie:
- Gruppo Pam (uova a guscio)
- Bennet (uova a guscio)
- Iper (uova a guscio)
- Gruppo Selex (ovoprodotti)
- Eurospin (uova a guscio)
- Carrefour Italia (uova a guscio)
- Conad (uova a guscio)
- Coop (uova a guscio e ovoprodotti)
- Esselunga (uova a guscio)
- Aldi (uova a guscio e ovoprodotti)
- Lidl Italia (uova a guscio e ovoprodotti)
- Metro Italia (uova a guscio)
- Despar (uova a guscio)
Queste, invece, sono le aziende che hanno deciso di impegnarsi, ma devono ancora raggiungere l’obiettivo:
- Bennet (ovoprodotti) entro il 2023
- Iper (ovoprodotti) entro il 2025
- Gruppo Selex (uova a guscio) entro il 2024
- Carrefour (ovoprodotti) entro il 2025
- Conad (ovoprodotti) il 2024
- Esselunga (ovoprodotti) entro il 2025
Fanno eccezione:
- Eurospin: nessun impegno su ovoprodotti
- Gruppo VéGé: nessun impegno pubblico
Per scoprire i risultati completi del test sulle uova Made in Italy potete acquistare l’ultimo numero de Il Salvagente.
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Fonti: Il Salvagente /EggTrack
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