In provincia di Brescia è allarme diossina. Da un controllo effettuato dall’ente sanitario regionale, che ha svolto analisi meticolose su un campione di latte e uova dei pollai della zona, è emerso un dato inquietante: le uova del bresciano sono avvelenate.
In provincia di Brescia è allarme diossina. Da un controllo effettuato dall’ente sanitario regionale, che ha svolto analisi meticolose su un campione di latte e uova dei pollai della zona, è emerso un dato inquietante: le uova del bresciano sono avvelenate.
I dati più preoccupanti – come riporta il referto della Asl – si sono evidenziati a Castegnato, nella cascina Lumini, (in cui sono stati individuati 29 picogrammi/grammo di grasso, contro un valore di legge di 6 picogrammi), dove ci sono la fonderia Montini e la Ghial, l’autostrada A4 e due discariche nelle vicinanze.
Altre uova contaminate sono state ritrovate a Montirone, in via Belleguardello, (dove i valori sono di 18 picogrammi) nei pressi della Profilati Nave, ma anche a Ospitaletto (14,5 pg) vicino alla Isa, a Sarezzo, non lontano dalle Acciaierie Venete e a Brescia, in via Manestro, vicino alla Ori Martin.
Un dato che dimostra come gli allevamenti localizzati vicino alle industrie vengono irrimediabilmente contagiati dalle emissioni industriali, con tutto quello che la diossina provoca alla salute dell’uomo. Scongiurando il peggio, nei prossimi giorni verranno effettuate le analisi del sangue a tutti i consumatori di uova della zona per capire se ci sono situazioni già compromesse o a rischio.
Intanto i sindaci di Castegnato e Ospitaletto accusano la Asl per il suo lungo silenzio e per non aver comunicato nulla alle autorità locali: “Perché non siamo stati informati della situazione?”. Secondo quanto riferito dai sindaci dei comuni coinvolti infatti, la notizia non è arrivata con un comunicato ufficiale dell’azienda sanitaria locale, ma grazie ad un articolo di BresciaOggi, che parlava dell’accaduto e dei risultati delle analisi effettuate.
Intanto, i primi cittadini hanno già emesso il “Divieto assoluto di consumo di uova e carni provenienti da allevamenti domestici di galline ed altri animali avicoli”.
“È scandaloso che sia venuto a conoscenza di questa grave questione leggendo Bresciaoggi. – ha commentato Giorgio Prandelli, sindaco di Ospitaletto e assessore provinciale all’edilizia scolastica – Sono arrabbiatissimo con l’Asl che deve darsi un freno su questi modi di fare. Ho scritto al direttore generale Carmelo Scarcella, che deve dare informazioni in primis ai sindaci e poi ai cittadini”.
Sconcertato anche Giuseppe Orizio, primo cittadino del comune di Castegnato: “La prima cosa che preoccupa è che la notizia non sia stata per tempo fornita ai sindaci dall’Asl. Ci risulta, nel caso di Castegnato, che il prelievo di alcune uova dall’allevamento domestico della cascina, sia avvenuto a fine settembre e che solo il 3 gennaio siano stati comunicati gli esiti delle prove ai diretti interessati il cui pollame, una quindicina di capi, è stato poi subito abbattuto. Sono passati più di quaranta giorni e nessuno ha detto niente ai Comuni e tantomeno agli abitanti delle cascine limitrofe. Perché?”.
Deciso a non mollare il sindaco di Montirone, Francesco Lazzaroni: “Io sostengo che la criticità ambientale nel nostro territorio non siano le cave, ma la presenza di due aziende come la Profilati Nave e la Metalli Capra. Per questo abbiamo commissionato dei carotaggi per fare delle analisi attorno a questi siti e invito anche l’opposizione a lavorare assieme su questo”.
Il dubbio sorge spontaneo: ma se neanche la Asl si preoccupa della salute dei cittadini, chi lo fa? E soprattutto se i polli della zona producono uova alla diossina, gli abitanti che popolano le zone vicine alle fonderie che conseguenze avranno a livello genetico?
Verdiana Amorosi
Fonte: Bresciaoggi.it