Alcuni supermercati europei hanno annunciato l'intenzione di smettere di vendere carne bovina del Brasile che provoca deforestazione
Sainsbury’s, Carrefour e altre note catene di supermercati europei hanno annunciato che smetteranno di vendere carne bovina che proviene dal Brasile, dove questa produzione sta mettendo seriamente a rischio la foresta pluviale amazzonica e altre aree ecologicamente fondamentali.
La decisione è stata presa dopo che una nuova ricerca, condotta da Repórter Brasil in collaborazione con il gruppo della campagna Mighty Earth, ha svelato quanto le più grandi aziende di produzione di carne bovina in Brasile siano dannose per la foresta amazzonica, che illegalmente viene martoriata per dare spazio agli allevamenti.
Ma non solo, il report parla in particolare del fenomeno del riciclaggio del bestiame, che si verifica quando gli animali allevati su un appezzamento di terreno deforestato illegalmente vengono poi trasferiti a una fattoria libera dalla deforestazione per essere ingrassati prima di essere macellati e lavorati.
La vera origine del bestiame è dunque spesso nascosta e in questo modo gli animali provenienti da allevamenti “sporchi” legati alla deforestazione vengono facilmente mischiati e confusi con quelli provenienti da allevamenti “puliti”.
Non è certo la prima volta che si parla di come la produzione di carne in Brasile stia distruggendo l’Amazzonia ma questo ultimo report sembra essere stato decisivo per la scelta poi presa dalle catene di supermercati. (Leggi anche: La terribile verità dietro la deforestazione in Brasile: incendi appiccati per far spazio agli allevamenti intensivi)
Quelli che hanno già annunciato di voler interrompere la vendita di carne bovina che causa deforestazione (con provvedimenti però diversi tra loro) sono Sainsbury’s nel Regno Unito, Carrefour e Delhaize in Belgio, Lidl Olanda e Auchan in Francia.
Ma tornando alla ricerca, questa ha monitorato la carne bovina legata alla deforestazione che comprendeva carne secca, carne in scatola e carne fresca, tutti prodotti che partono dal Brasile e arrivano fino agli scaffali dei supermercati europei.
Il report sostiene che Jbs, la più grande azienda di lavorazione della carne del mondo che si trova proprio in Brasile, avrebbe indirettamente acquistato bovini da aree deforestate illegalmente, utilizzando appunto la strategia del riciclaggio di bestiame.
La replica di JBS
La replica dell’azienda non si è fatta attendere. Al Guardian, Jbs ha dichiarato di non avere:
nessuna tolleranza per la deforestazione illegale, il lavoro forzato, l’uso improprio delle terre indigene, le unità di conservazione o le violazioni degli embarghi ambientali.
Anzi sostiene di aver bloccato più di 14.000 aziende agricole fornitrici “per mancato rispetto delle nostre politiche e standard e continueremo a intraprendere ulteriori azioni” oltre che di aver investito in un sistema particolare che consentirà il monitoraggio dei fornitori indiretti e “raggiungerà una catena di approvvigionamento completamente senza deforestazione entro il 2025“.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: The Guardian / Repórter Brasil
Leggi anche:
- Come le due più grandi industrie mondiali della carne sono complici della deforestazione e dell’assassinio di contadini in Brasile
- Deforestazione e incendi in Amazzonia: da Nestlè a Carrefour ecco le multinazionali con la coscienza sporca
- Deforestazione Made in Italy: il documentario che ci mostra come siamo complici della distruzione dell’Amazzonia
- Il manzo brasiliano continua a minacciare la salute della più grande foresta pluviale del mondo
- Con i popoli indigeni e contro le lobby che vogliono distruggere l’Amazzonia. La protesta davanti l’ambasciata brasiliana