Suinetti castrati senza anestesia nei primissimi giorni di vita, negli allevamenti l’orrore inizia dalla nascita

Negli allevamenti la crudeltà non risparmia nessun animale, nemmeno i cuccioli, che appena nati già sperimentano la sofferenza. Un esempio è la castrazione dei suinetti, pratica che nei primi giorni di vita può avvenire senza anestesia

Lontano da occhi indiscreti, all’interno degli allevamenti di tutto il mondo, crudeltà e pratiche abominevoli si susseguono in ogni fase di “vita” degli animali. Dalla nascita alla macellazione, galline, bovini, maiali provano grande dolore.

In Italia sono quasi 9 milioni i maiali allevati. Ogni scrofa partorisce 4-6 volte prima che la sua carriera produttiva sia considerata conclusa. I cuccioli, i suinetti, aprono gli occhi e già imparano a conoscere cosa sia la sofferenza. Tutti gli esemplari maschi vengono infatti sottoposti alla castrazione appena nati e il più delle volte senza anestesia o analgesici.

Ciò avviene in particolare nei primi 7 giorni di vita, secondo quanto previsto dalla legge, periodo in cui è consentito non somministrare alcunché per alleviare le pene dei suinetti. Ma dopo i 7 giorni chi controlla che si faccia effettivamente uso di anestesia o analgesia rispettando le disposizioni?

La realtà è bel altra e le investigazioni condotte negli allevamenti di suini continuano a dimostrarlo. La castrazione chirurgica è una pratica atroce e molto dolorosa. A eseguirla sono molto spesso operatori dell’allevamento e non veterinari professionisti.

Le mutilazioni iniziano sin dalla nascita. I suinetti vengono afferrati e bloccati a testa in giù mentre il personale estrae i testicoli con un bisturi da un momento all’altro. Immaginate cosa si provi visto che questo intervento viene svolto su tutti i suinetti maschi dell’allevamento, uno dopo l’altro. Segue poi l’amputazione della coda.

Castrazione e taglio della coda sono operazioni di cui non si può fare a meno. La prima viene effettuata per l’odore di verro, un odore sgradevole che i maschi maturi producono e che, se non castrati, finirà nella carne in commercio. La seconda, invece, è necessaria per evitare che la coda venga strappata da altri maiali per stress, sovraffollamento e comportamenti aggressivi.

È così che inizia la vita di un suinetto in un allevamento. In ogni parto ciascuna scrofa dà alla luce intorno ai 12 piccoli, ma l’11% non arriva neppure allo svezzamento. Quelli “che ce la fanno”, intorno ai 20-30 giorni vengono separati dalla loro madre. Non faranno in tempo a rivederla.

Organizzazioni per i diritti degli animali quali Animal Equality o Essere Animali, conducono inchieste all’interno di allevamenti e macelli per assicurare che le norme di benessere animale vengano rispettate e denunciare le tante, troppe irregolarità riscontrate.

Con le loro indagini, gli attivisti si battono per rafforzare le leggi riguardanti gli animali destinati alla produzione alimentare. Pratiche come la castrazione chirurgica sono assurde e dovrebbero essere abbandonate in favore di alternative più rispettose ed etiche.

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Fonte: Essere Animali

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