Sai quale è il vero costo del tuo petto di pollo? Nuova indagine shock in un allevamento Lidl (IMMAGINI FORTI)

Uccisioni brutali, polli lasciati morire agonizzanti. Nuove testimonianze di sofferenza in un allevamento che rifornisce il colosso tedesco Lidl, che ancora non si è assunto l'impegno di fermare la sofferenza dei polli con standard di benessere più elevati

Animali afferrati per il collo e fatti roteare per ucciderli, schiacciati da trattori e lasciati morire agonizzanti perché rifiuti del settore. Sono alcuni degli indicibili maltrattamenti che avvengono in un allevamento di polli dell’Emilia Romagna, fornitore di Lidl.

L’associazione Essere Animali ha diffuso immagini sconvolgenti, svelando la sconcertante realtà che si cela dietro le porte chiuse degli allevamenti intensivi. La vita degli animali è uno strazio in ogni fase, dalla nascita al trasporto verso il macello.

Portano sul loro corpo ferite e traumi, anche se non sono visibili agli occhi dei consumatori. Gli attivisti hanno documentato irregolarità e pratiche inaccettabili che causano grave sofferenza ai polli.

Il nuovo ciclo di allevamento parte sempre dai pulcini, lanciati letteralmente dalle cassette alle lettiere dei capannoni. Vengono gettati da altezze superiori a un metro senza che gli addetti si curino delle conseguenze sullo stato di salute di animali così piccoli.

@Essere Animali

Crescono a cibo e abbondanti dosi di antibiotici come l’amoxicillina, utilizzata per i trattamenti di massa preventivi, sebbene le linee guida della normativa europea prevedano un uso consapevole degli antibiotici. E i dati italiani dimostrano che ciò non accade negli allevamenti.

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Non tutti i polli allevati per la produzione alimentare muoiono nei macelli. La selezione scarta gli animali malati, con problemi di crescita o che non soddisfano i requisiti, eliminandoli in maniera crudele.

Per quanto le operazione prevedano la dislocazione cervicale manuale ossia la torsione del collo per le specie avicole o animali sotto i 3kg di peso, i video e le immagine raccolte in allevamento denunciano tutt’altre pratiche di abbattimento.

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I dipendenti afferrano i polli per il collo, li fanno roteare e li gettano in cassoni, causando loro ulteriore stress. Ma gran parte degli animali, non essendo stata stordita o uccisa nella procedura, mostra ancora possibili segni di coscienza.

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Il regolamento consentirebbe l’abbattimento in allevamento di un massimo di 70 polli a operatore, ma il materiale raccolto proverebbe un numero nettamente superiore di casi, alla cui base vi è la controversa selezione genetica dell’accrescimento rapido.

Mentre i polli ritenuti sani vengono scaraventati con violenza nelle gabbie dirette al mattatoio, altri muoiono dopo una lunghissima agonia, falciati dai macchinari nelle operazioni di fresatura della lettiera.

Conta la velocità in cui il lavoro è portato a termine, non le lesioni, le fratture, il dolore che i polli provano.

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Il materiale rilasciato è parte delle azioni della campagna internazionale #LidlChickenScandal, attraverso la quale Essere Animali e altre organizzazioni chiedono al colosso della GDO una concreta politica di miglioramento degli standard di allevamento dei polli.

Quanti animali dovranno ancora vivere in condizioni simili a quelle documentate in queste immagini, come in tantissime altre investigazioni in tutta Europa, prima che Lidl decida di agire con responsabilità anche verso di loro? È fondamentale che vengano intraprese azioni concrete per garantire a questi animali condizioni migliori e noi forniamo da tempo queste soluzione” ha detto Brenda Ferretti, responsabile campagne di Essere Animali.

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Le testimonianze provenienti da diversi allevamenti europei e del Regno Unito hanno avuto un forte impatto sull’opinione pubblica, ignara di questi scandali. In molti non immaginano cosa si nasconda dietro a un petto di pollo acquistato nel loro punto vendita Lidl.

Anche gli stessi attivisti che, sotto copertura, hanno preso parte a quei maltrattamenti si sono detti sconvolti. Uno di loro, il professor Tom Herok, ha definito il lavoro in un allevamento di polli “una delle esperienze più brutte di tutta la mia vita“.

Le associazioni esortano perciò la Lidl a sottoscrivere l’European Chicken Commitment, assumendosi un impegno concreto nel migliorare il benessere degli animali in tutti i suoi stabilimenti. Puoi sostenere la petizione per chiedere a Lidl di porre fine alla sofferenza dei polli.

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Fonte: Essere Animali

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