Hai mai provato le uova di tacchino? Ti sei mai chiesto come mai non mangiamo questo tipo di uova anche se le uova sono uno degli alimenti più consumati dalle famiglie di tutto il mondo? Il motivo è diverso da quello che probabilmente credi, questi i perché
Di gallina, di quaglia, di anatra. Le uova che moltissimi introducono nella propria alimentazione sono varie, ma hai mai visto in giro uova di tacchino? Probabilmente no oppure non ci avrai fatto poi tanto caso. Non sono facilissime da trovare e non si mangiano non perché non siano edibili, tutt’altro. La motivazione è infatti differente, scopriamola assieme.
Le uova di tacchino sono leggermente più grandi delle uova delle galline, presentano piccole chiazze marroni e hanno il guscio e la membrana più spessa rispetto alle prime. Chi le ha provate descrive il loro sapore come ottimo, molto morbido, non troppo diverso dalle uova di galline. Dunque come mai non le troviamo nel nostro supermercato di riferimento?
Non esiste un’unica risposta a questa domanda. Per prima cosa dobbiamo considerare due fattori: ogni quanto un tacchino depone le sue uova e gli investimenti. I tacchini “domestici” possono deporre anche fino a 100 uova all’anno. Generalmente però il numero si aggira intorno alla 50ina, circa un uovo alla settimana contro un uovo al giorno delle galline.
I tacchini, a differenza di altri animali, iniziano a deporre le uova non troppo presto, intorno ai 7 mesi. Ci sono poi i costi dell’allevamento, superiori a quelli delle galline. Il mercato delle uova di tacchino richiederebbe perciò tempi lunghi e spese significative (e sappiamo quanto il benessere animale ne vada a discapito), ecco perché non è avviato. Ed è molto meglio non avere attività di questo tipo visto cosa si nasconde dietro alla stragrande maggioranza delle uova che troviamo in commercio.
Le galline ovaiole vivono una vita terrificante negli allevamenti. Anche in quelli biologici, il 95% delle galline ovaiole ha le ossa dello sterno rotte come dimostrato da uno studio shock. La causa primaria è lo sfruttamento inaudito per avere una maggiore produzione.
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