Approvato il decreto attuativo per vietare l'abbattimento selettivo dei pulcini maschi e tramite tritatura, ma secondo le associazioni per i diritti degli animali non basta
Dopo anni di battaglie il Governo italiano ha emanato il decreto attuativo che vieterà l’uccisione dei pulcini maschi tramite tritatura su tutto il territorio nazionale. Una pratica abominevole che sarà messa al bando in Italia entro il 31 dicembre 2026, tuttavia c’è un però non trascurabile.
Il testo normativo imporrà sì il il divieto di abbattimento selettivo e divieto totale dell’abbattimento dei pulcini maschi per macerazione ossia tritati vivi appena nati, ma vi sarà un ampio ventaglio di deroghe. Le deroghe includono errori di sessaggio, blocco o malfunzionamento delle macchine di ovosessaggio, necessità di depopolamento, motivi di salute pubblica e in caso di abbattimento dei pulcini per fini scientifici.
Questo significa che questi animali continueranno a morire. Un passo avanti incompleto che non fermerà completamente la strage che si verifica ininterrottamente negli allevamenti.
Nell’industria delle uova i pulcini maschi sono considerati uno scarto di produzione, sono inutili poiché non possono essere “utilizzati” dal settore. Proprio per questo non appena vengono al mondo sono uccisi nel modo più veloce e atroce possibile: tritati vivi assieme a tutti gli altri pulcini o gassati senza alcuna pietà.
Il decreto attuativo stabilisce anche una nuova destinazione per i pulcini maschi nati. Questi potranno essere affidati ad associazioni in possesso di specifici requisiti oppure diventare in alternativa cibo per gli animali nell’industria del pet food. Quest’ultima possibilità dovrebbe essere marginale.
La misura, fortemente voluta dalle associazioni animaliste, allineerà l’Italia sul modello di altri Stati comunitari che hanno già recepito le direttive europee. L’Italia lo farà, solo non come ci si era augurato.
Le organizzazioni per i diritti animali criticano anche la tempistica delle tecniche di ovosessaggio, procedure in grado cioè di conoscere il sesso del pulcino prima della nascita. Ciò potrà avvenire fino al 14° giorno di incubazione dell’uovo, periodo ritenuto eccessivo e contestato dalla comunità scientifica, che indica invece la metà dei giorni come tempi ragionevoli per non provocare inoltre dolore agli animali.
La speranza è che il decreto attuativo sia oggetto di revisione.
L’attuale decreto attuativo l’impegno del Governo a sostegno degli animali non è sufficiente. Il benessere di questi animali non può infatti essere garantito completamente se non adottando tecniche adeguate ai pareri scientifici più autorevoli: ovvero abbassando i giorni di vita dell’embrione concessi per l’ovosessaggio e limitando le deroghe previste per l’abbattimento in casi di emergenza.
In mancanza di questi interventi, i pulcini continueranno a soffrire e a morire per mano dell’industria delle uova in maniera del tutto legale. Confidiamo quindi che nel corso dei lavori parlamentari il testo del decreto venga rivisto e migliorato” hanno dichiarato le associazioni Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali, Animal Law Italia e LAV.
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