Polli Broiler: la Commissione Petizioni UE chiede di fermare la crudeltà dietro la carne più consumata al mondo

Polli selezionati geneticamente esposti a sofferenze e fratture: anche la Commissione Petizioni Ue si scaglia contro il crudele sfruttamento dei Broiler e chiede di rivedere la normativa per tutelare il loro benessere

Si torna a parlare delle condizioni disumane a cui sono costretti i polli Broiler negli allevamenti europei. Da tempo le associazioni animaliste si battono per porre fine allo spaventoso sfruttamento di questa razza geneticamente modificata per crescere in tempi rapidissimi, a discapito della loro salute. Ieri, finalmente la Commissione Petizioni del Parlamento europeo ha espresso il suo sostengo alla petizione lanciata da Animal Equality lo scorso giugno, con la quale si chiedeva di porre fine alle sofferenze a cui sono sottoposti.

Allo stesso tempo, la rappresentante della Commissione Petizioni Ue Dolores Montserrat, ha annunciato che questa specie a rapido accrescimento sarà oggetto della proposta di revisione della legislazione sul benessere degli animali allevati prevista entro il 2023 con riferimento al requisito giuridico della crescita rallentata. Durante la seduta tutti gli eurodeputati intervenuti hanno ribadito che la petizione presentata da Animal Equality debba restare aperta, mentre alcuni parlamentari  hanno chiesto alla Commissione europea di verificare la corretta applicazione della normativa europea sul benessere animale.

“Le disposizioni in materia di benessere animale ci sono, ma devono essere rispettate ed è compito della Commissione Ue che ciò avvenga. Sono davvero lieta che ci sia questa petizione e credo sia necessario chiedere alla Commissione se va cambiata la legge o la pratica denunciata” ha dichiarato la deputata Margrete Auken.

Come ammesso anche dall’EFSA, la selezione genetica effettuata sui polli broiler a rapido accrescimento allevati per la loro carne ha delle conseguenze terribili sulla qualità di vita dei polli (fratture ossee ed altre problematiche di salute) e a dimostrarlo sono state anche parecchie inchieste scioccanti. Tutto questo è in grave contrasto sia con l’articolo 13 del Trattato di Lisbona, che riconosce gli animali quali “esseri senzienti” e quindi meritevoli di tutela, sia con la Direttiva europea 98/58/CE, recepita anche in Italia, che obbliga i Paesi membri a rispettare le disposizioni in essa previste a tutela del benessere degli animali allevati e a evitare loro dolori, sofferenze o lesioni inutili.

Il parere della Commissione Petizioni segna un passo fondamentale verso la fine della sofferenza di miliardi di polli in tutta l’Unione europea. – commenta Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa – L’allevamento di questi animali, selezionati geneticamente per soffrire a beneficio dell’industria della carne, è infatti un’aberrazione in contrasto con le norme comuni sulla tutela del benessere animale. È ora necessario che la Commissione europea agisca per impedire che lo sfruttamento ingiustificato di questi animali prosegua oltre.

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Tutto l’orrore che si nasconde negli allevamenti di polli Broiler

Con il termine “Broiler” si fa riferimento a tutti quei polli frutto di un’esasperata selezione genetica a cui un agronomo statunitense ha dato inizio mezzo secolo fa a vantaggio dell’industria della carne. Questa tipologia di pollo è più diffusa di quanto si pensi: pensate che il 98% dei polli allevati in Italia sono proprio Broiler.

Si tratta di animali “a rapido accrescimento” proprio perché la selezione effettuata dall’uomo si pone come obiettivo quello di ottenere la crescita accelerata e un volume sempre maggiore di petto e cosce, che rappresentano le parti più richieste sul mercato. Nel giro di circa 50 anni il tasso di crescita giornaliero di questa razza creata ad hoc per fare profitto è aumentato del 400%.

Il confronto è sconvolgente: nel 1925 un pollo arrivava a pesare 1,2 kg in 112 giorni, mentre nel 2019 un pollo ha raggiunto quasi 3 kg di peso in circa 45-48 giorni di vita.

polli broiler

©Essere Animali

Com’è intuibile, negli allevamenti sono così condannati a dolori indicibili, irritazioni, numerose fratture ossee e a gravi danni cardio-respiratori e a confermarlo sono state diverse inchieste realizzate da Animal Equality. Insomma un’esistenza breve (che non va oltre i due mesi) e terrificante, dove il benessere animale resta solo un’utopia.

Fonti: Parlamento UE/Animal Equality

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Fonte: Animal Equality

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