Pesci agonizzanti e malati, stipati in vasche di cemento: viaggio nell’inferno degli allevamenti ittici europei 

Conducono un'esistenza terrificante rinchiusi in spoglie vasche di cemento in cui si muovono a malapena, spesso doloranti e affetti da malattie, in una spirale di apatia: è il destino brutale riservato ai pesci d'allevamento europei. A mostrare le sconvolgenti condizioni in cui vivono una nuova inchiesta (che conferma che la normativa UE sul benessere animale ancora paurosamente indietro)

Pesci stipati in vasche di cemento senza spazio in cui muoversi, in agonia a causa di pratiche di stordimento inadeguate, affetti da malattie e in preda allo stress, esemplari morti che galleggiano: è l’inferno degli allevamenti ittici europei di trote, spigole e orate, che poi finiscono sulle nostre tavole. A mostrare le raccapriccianti condizioni in cui sono costretti a vivere la nuova inchiesta condotta a dell’associazione Essere Animali e rilasciata in collaborazione con Compassion in World Farming.

Le sconvolgenti immagini mostrano le gravi carenze dell’attuale normativa europea sul benessere degli animali, visto che le pratiche di allevamento, trasporto e abbattimento causano indicibili sofferenze e provocano un elevato tasso di mortalità.

allevamenti ittici europa

@Essere Animali/Aitor Garmendia”

Nel Vecchio Continente i pesci sono fra gli animali maggiormente allevati. Soltanto nel 2017 sono stati uccisi circa 1,3 miliardi di pesci allevati per destinarli al consumo umano sul territorio dell’UE. Ma a differenza di quanto previsto per gli animali terrestri, per le specie ittiche d’allevamento la legislazione comunitaria attuale stabilisce solo alcuni requisiti generici e formulati in maniera tale da rendere le poche disposizioni sul benessere animale difficilmente applicabili.

Le terribili condizioni degli allevamenti ittici europei

Come già accaduto in passato, l’inchiesta di Essere Animali svela i lati oscuri degli allevamenti ittici d’Europa, in cui i pesci sono rinchiusi in vasche di cemento sia all’aperto che al chiuso, esposti a diversi agenti patogeni e a malattie. Nella maggior parte dei casi questi animali sono altamente stressati e mostrano comportamenti molto aggressivi.

Nei filmati diffusi dall’associazione si vedono diversi pesci orami morti che galleggiano sulla superficie: un dato che conferma l’alto tasso di mortalità in queste strutture, in cui mancano i cosiddetti arricchimenti ambientali. Privi di stimoli e senza spazi, queste creature non riescono a soddisfare i loro bisogni comportamentali e, in molti, casi si ritrovano a nuotare in cerchio in una spirale di apatia.

*** ATTENZIONE! IMMAGINI FORTI ***

Inoltre, l’inchiesta conferma come il trasporto costituisca una delle fasi più critiche in cui il benessere dei pesci allevati è messo gravemente a rischio.

Prima di essere sottoposti alle principali operazioni di trasporto, i pesci sono comunemente soggetti a prolungati periodi di digiuno che possono durare anche diversi giorni, causando stress agli animali. – sottolinea Essere Animali – Il carico dei pesci avviene spesso in maniera noncurante e senza l’impiego di attrezzature idonee: questo può provocare ferite e uno stato di sofferenza acuta, specialmente quando gli animali sono prelevati e lasciati fuori dall’acqua anche per diversi minuti. Similmente, lo scarico degli animali può aumentare in maniera significativa i livelli di stress e causare lesioni, sempre riconducibili al contatto con pompe e reti mal progettate, e alla scarsa accuratezza con cui viene effettuata l’operazione.

Servono norme UE più severe per tutelare il benessere dei pesci

I terrificanti filmati che documentano l’uccisione degli animali sono una chiara attestazione non solo della mancata attuazione della normativa comunitaria, ma anche delle sue lacune in termini di requisiti specifici che tutelino il benessere dei pesci al momento dell’abbattimento.

Infatti, il Regolamento (CE) n. 1099/2009 prevede, che al momento dell’uccisione, agli animali devono essere risparmiati ‘dolori, ansia o sofferenze evitabili’ (art. 3, par. 1). Ma ciò non viene affatto rispettato nella maggior parte dei casi. In assenza di ulteriori norme specifiche circa i metodi di stordimento e abbattimento più appropriati per le diverse specie di pesci si traduce nell’utilizzo diffuso di pratiche cruenti e dolorose.

Nell’inchiesta si vedono pesci agonizzanti a cui viene applicato uno stordimento elettrico inadeguato, in miscele di acqua e ghiaccio o a secco in vasche di legno o di marmo: la perdita di coscienza non è immediata, come dimostrano i vigorosi tentativi di fuga effettuati dagli animali. L’inefficacia di questi metodi di stordimento e abbattimento è ulteriormente comprovata dalla presenza di pesci vivi quando vengono confezionati nell’impianto di trasformazione.

Con il rilascio di questa nuova indagine, Essere Animali rilancia la campagna di Compassion in World Farming, attraverso la quale si chiede alla Commissione europea, nello specifico alla Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare (DG SANTE), di includere la tutela del benessere dei pesci tra gli obiettivi prioritari della revisione della normativa UE sul benessere degli animali.

A tal proposito è stata riproposta una petizione. Per firmarla CLICCA QUI. 

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Fonte: Essere Animali 

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