Che si tratti di pesce d'allevamento o pescato, vi sono vari rischi per la salute da conoscere, ma i consumatori europei ne ignorano troppi
Così come accade per la carne, anche il pesce presenta dei rischi per la salute e non sempre è un alimento sicuro, ad esempio a causa dei parassiti o della presenza di metalli come il mercurio. Ma troppo spesso i consumatori sono ignari dei pericoli connessi al consumo di pesce, sia che si tratti di quello d’allevamento sia di quello pescato. Per renderli maggiormente consapevoli l’Aquaculture Advisory Council – organismo consultivo dell’Unione europea – ha pubblicato qualche settimana fa una raccomandazione, esortando la Commissione europea e gli Stati membri a riconoscere che i vari metodi di produzione ittica presentano dei rischi legati alla sicurezza alimentare.
I pesci sono tra i pochissimi prodotti alimentari nell’Unione europea per i quali quantità significative di stesse specie animali si possono trovare in commercio provenienti da due metodi di produzione molto diversi: allevato o pescato. – sottolinea Aquaculture Advisory Council – Questa raccomandazione non mira a stabilire se il pesce d’allevamento è più sicuro del pesce pescato o viceversa, ma ha lo scopo di garantire che le autorità pubbliche per la sicurezza alimentare forniscano ai consumatori informazioni accurate e differenziate sui rischi per la sicurezza alimentare legati alle specie ittiche a seconda loro metodo di produzione.
La raccomandazione è stata elaborata sulla base dei pareri del gruppo scientifico dell’European Food Safety Autorità (EFSA) sulla presenza di sostanze pericolose per la salute come diossine e mercurio.
Un esempio dei rischi alimentari differenziali del pesce associati ai metodi di produzione è la presenza di parassiti zoonotici, come l’Anisakis. – spiega l’Aquaculture Advisory Council – Abbbiamo recentemente pubblicato un raccomandazione sulla rivalutazione della valutazione del rischio di parassiti nei prodotti ittici d’allevamento. Un altro esempio è il rischio associato all’intossicazione da ciguatera, correlata alle tossine e associata al consumo di pesci. Sebbene questo problema riguardi principalmente le specie tropicali della barriera corallina, alcune aree dell’Unione Europea stanno registrando un aumento dei casi di intossicazione da ciguatera e notizie preoccupanti al riguardo appaiono orami regolarmente sui media.
Le raccomandazioni dell’Aquaculture Adivsory Council
Ecco quali sono le richieste avanzate dagli esperti dell’Aquaculture Adivsory Council (CAA):
- La CAA invita la Commissione europea, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e le autorità nazionali per la sicurezza alimentare a riconoscere che numerose specie di pesci pinna che vengono immessi sul mercato europeo possono essere sia allevati che pescati in natura.
- La CAA reputa che la Commissione europea, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e le agenzie nazionali per la sicurezza alimentare dovrebbero riconoscere che i diversi metodi di produzione può comportare diversi rischi per la sicurezza alimentare
- La CAA chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di impegnarsi a pubblicare report di valutazione del rischio alimentare e i documenti di orientamento al consumo specificando chiaramente se ci si riferisce al pesce pescato, a quello d’allevamento o ad entrambi.
- Infine, la CAA sollecita la Commissione europea e agli Stati membri a garantire che la ricerca sulla sicurezza alimentare dei pesci finanziata con fondi pubblici vada a specificare se si tratta di pesci d’allevamento o pescati in natura.
Leggi anche: I farmaci usati negli allevamenti di pesce “sono come i pesticidi”: abbiamo un serio problema con l’acquacoltura
Il pesce d’allevamento è davvero più sicuro?
Tra molte persone si è diffusa la convinzione che il pesce proveniente dagli allevamenti sia più sicuro di quello pescato. Ma è davvero così? Non esattamente, come hanno svelato recenti inchieste che mostrano migliaia di pesci allevati in condizioni pessime e imbottiti di antibiotici e medicinali per evitare la diffusione di virus, parassiti e batteri.
Tra le specie maggiormente esposte a questi rischi troviamo i salmoni allevato nei Paesi nel Nord, ma anche i branzini e le orate provenienti dagli allevamenti ittici della Grecia, da cui proviene gran parte del pesce consumato in Italia.
Leggi anche: Salmone, come riconoscere quello degli allevamenti intensivi per evitarlo
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: Aquaculture Adivsory Council
Ti consigliamo anche:
- La sushi mania fa scoppiare la produzione di salmone nel mondo (e i danni sono incalcolabili)
- Salmone, come riconoscere quello degli allevamenti intensivi per evitarlo
- Il lato oscuro del “rosa salmone” che rosa non è: l’installazione artistica di denuncia degli allevamenti intensivi
- Il segreto del salmone d’allevamento, alimentato con sostanze chimiche per diventare rosa
- Le immagini shock dell’agonia dei pesci spada pescati con l’arpione nello Stretto di Messina
- Salmone infestato dai batteri ritirato dal Ministero della salute
- Salmone: 10 valide ragioni per non mangiarlo