Questo documentario ti farà perdere la voglia di mangiare salmone: la verità dietro gli allevamenti

Altro che conservazione degli oceani: l’industria del salmone d’allevamento cela ben altro come lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche

Si riteneva che l’industria del salmone d’allevamento potesse contribuire alla conservazione degli oceani, ma diverse indagini hanno rivelato una realtà ben diversa. L’80% del salmone consumato in Europa proviene da allevamenti, un settore che, in teoria, dovrebbe preservare gli stock ittici selvatici.

Tuttavia i salmoni vengono nutriti con farina e olio di pesce fresco, principalmente sardine tonde, pescate al largo delle coste africane, in particolare della Mauritania. Per produrre un chilo di farina, sono necessari da quattro a cinque chili di pesce fresco.

Nel 2020, la Mauritania ha pescato 830.000 tonnellate di pesce per alimentare questa industria. Diversi rapporti delle Nazioni Unite dal 2016 hanno lanciato l’allarme sullo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche, che minaccia la sicurezza alimentare dell’Africa occidentale.

Un vero e proprio sfruttamento

L’industria della farina di pesce è in costante crescita in Mauritania dal 2010. Le immagini satellitari mostrano che le fabbriche sono aumentate da una nel 2009 a 28 nel 2023, concentrate principalmente sulla spiaggia di Bountiya a Nouadhibou.

I pescherecci a strascico che pescano al largo delle coste mauritane sono monitorati tramite transponder AIS, che trasmettono la loro posizione in tempo reale. Questi dati, disponibili su piattaforme come Global Fishing Watch, rivelano che le navi operano in aree non più profonde di 100 metri, raschiando il fondo del mare con reti che scendono fino a 150 metri.

Gran parte del pesce pescato viene trasformato in farina e olio di pesce, destinati principalmente all’industria del salmone d’allevamento. Secondo le statistiche della Mauritanian Public Fish Marketing Company (SMCP), il 23% di questi prodotti viene esportato in Europa, con la Francia come principale importatore. La società Olvéa, con sede a Fécamp e uno stabilimento a Nouadhibou, è uno dei maggiori importatori di olio di pesce mauritano

Le petroliere, come la Key Bay, la Key Breeze, la Key Sund e la Key West, trasportano regolarmente olio di pesce dalla Mauritania all’Europa. I loro movimenti sono tracciabili tramite siti come Marinetraffic e Vesselfinder. Nel 2022, grazie ai dati di tracciamento, è stato possibile seguire il viaggio della Key Bay dal porto di Nouadhibou a quello di Fécamp, dove è stata osservata mentre scaricava olio di pesce.

Questa indagine, condotta da Linda Bendali per ARTE e CAPA Presse, mette in luce il lato oscuro dell’industria del salmone d’allevamento in Europa, facendo ben capire qual è il vero impatto negativo sulle risorse ittiche africane e come sia forte la minaccia per la sicurezza alimentare della regione.

Fonte: ARTE

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