Ci sarebbe una combinazione di diversi fattori all’origine della moria delle api in tutto il mondo, e non l’uso di alcuni pesticidi, così come, invece sostiene l’Europa. Lo rivelerebbe uno studio condotto dal Department of Agriculture e dell'Environmental Protection Agency, che accusa acari parassiti, virus, batteri, genetica, impoverimento del nutrimento, nonché pesticidi, per il rapido declino delle api dal 2006.
Ci sarebbe una combinazione di diversi fattori all’origine della moria delle api in tutto il mondo, e non l’uso di alcuni pesticidi, così come, invece sostiene l’Europa. Lo rivelerebbe uno studio condotto dal Department of Agriculture e dall’Environmental Protection Agency, che accusa acari parassiti, virus, batteri, genetica, impoverimento del nutrimento, nonché pesticidi, per il rapido declino delle api dal 2006.
Con il loro “Report on the National Stakeholders Conference on Honey Bee Health”, i ricercatori degli Stati Uniti si oppongono, dunque, allo studio dell’EFSA che a gennaio aveva confermato la correlazione tra i pestici neonicotinoidi e la costante diminuzione della popolazione delle api. Proprio in base a questo studio nei giorni scorsi l’Europa ha votato per la messa al bando di due anni delle tre sostanze prodotti dalle multinazionali del settore, vedi Bayer e Syngenta con il plauso degli ambientalisti di tutto il mondo, apartire da Greenpeace.
“Il declino della salute delle api è un problema complesso, causato da una combinazione di fattori di stress”, ha detto l’amministratore dell’Epa Bob Perciasepe, che ha classificato i pesticidi in fondo alla lista delle possibili cause della tragica situazione, spiegando che non esiste una prova chiara che siano loro la principale causa del collasso. “È chiaro, tuttavia, che in alcuni casi le colonie di api possono essere gravemente danneggiate dall’esposizione ad alte dosi di insetticidi quando questi composti sono utilizzati sulle colture”, si legge anche nel report.
Insomma, come spiega Jennifer Sass, del Natural Resources Defense Council, anche se la conclusione dello studio governativo è plausibile, ed è probabile che le cause del forte calo delle popolazioni di api siano davvero molteplici, un divieto limitato di pesticidi, come quello approvato dalla UE, farebbe almeno guadagnare tempo per recuperare la drammatica situazione, mentre gli scienziati cercano altri rimedi.
“Le api sono in una situazione di crisi e di conseguenza lo è anche l’agricoltura. Bisogna intrapredere tutte le misure che ci sono adesso. Se si sa già che i neonicotinoidi sono parte del problema, bisogno sbarazzarsi di loro“, conclude (saggiamente) la scienziata.
Almeno su questo punto c’è accordo tra le due agenzie di protezione ambientale.
Roberta Ragni
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