Monsanto e Roundup: giudice riduce il risarcimento di 1/3 al pensionato vittima del glifosato

Un nuovo caso di tumore dovuto all'utilizzo del glifosato ha portato alla condanna della Monsanto, multinazionale che da anni produce questo erbicida.

Il caso di Edwin Hardeman, il settantenne ammalatosi di linfoma non-Hodgkin a causa del glifosato, torna a far parlare di sé. È stata infatti confermata la condanna della giustizia americana per la multinazionale Monsanto, oggi proprietà della Bayer, colosso produttore fin dal 1974 del famoso erbicida chiamato Roundup. Ma c’è una triste novità che riguarda l’importo del risarcimento.

Il giudice Vince Chhabria ha deciso che la Monsanto dovrà rimborsare all’uomo 25,3 milioni di dollari anziché 80,8 milioni di dollari perché quest’ultimo importo è stato giudicato incostituzionale dal tribunale. Nonostante ciò, la colpevolezza della Monsanto, che aveva chiesto una revisione del processo, è invece stata confermata.

Tuttavia è triste che il risarcimento abbia subito una tale riduzione, anche perché la condotta della Monsanto a quanto pare non è mai stata positiva, dato che l’azienda, come constatato dallo stesso tribunale, non si è mai impegnata a garantire la sicurezza degli acquirenti del glifosato. E gli stessi avvocati di Hardeman non hanno intenzione di mollare, sconfortati da questa decisione.

Senza contare che il caso di questo settantenne non è l’unico perché la multinazionale è stata processata innumerevoli volte per lo stesso motivo.

D’altronde che l’esposizione a questo erbicida aumenti il rischio di cancro è cosa risaputa, lo ha dimostrato anche uno studio concentrato proprio sulla relazione fra glifosato e linfoma non-Hodgkin (LNH), un tumore che colpisce il sistema linfatico. Per fortuna la condanna alla Monsanto, nonostante la diminuzione dell’importo, è arrivata senza sconti!

https://twitter.com/cnnhealth/status/1097148759220412416

Ti potrebbe interessare anche:

Laura De Rosa

Fonte: Twitter e leparisien

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Instagram