Immagini terrificanti arrivano da due allevamenti di maiali dell'Emilia-Romagna in piena zona peste suina africana. Le condizioni degli animali sono scandalose. A sporgere denuncia esortando un intervento delle autorità è Giulia Innocenzi
Anche chi è “abituato” a confrontarsi con la sofferenza animale e le criticità degli allevamenti intensivi può rimanere sconvolto da ciò che i suoi occhi sono costretti a vedere.
Lo ha ammesso Giulia Innocenzi, le cui indagini hanno dato vita al documentario-denuncia Food For Profit. In una nuova inchiesta sono state rilasciate immagini raccolte da un informatore in due allevamenti suinicoli dell’Emilia-Romagna e ciò che mostrano è impressionante.
Carcasse di suinetti e piccoli vivi incastrati nella griglia della pavimentazione, condannati a morire dopo una lunga agonia. Scrofe costrette a partorire nelle gabbie di gestazione, in spazi inadeguati e con ancora la placenta.
Il sovraffollamento è tale che gli animali si trovano anche nei corridoi. Sono abbandonati a loro stessi, in una trappola dove il tempo è scandito dalla sofferenza. L’area sulla quale sorgono i capannoni è soggetta infatti a limitazioni a causa dell’emergenza di peste suina africana (PSA).
Per contenere la diffusione dell’epidemia, minaccia delle eccellenze Made in Italy, era state individuate zone di restrizione, dove le autorità avevano imposto il blocco della movimentazione degli animali verso macelli o altri allevamenti. I due allevamenti rientrano in una di queste zone.
Per Giulia Innocenzi, le gravi condizioni dei maiali sono divenute sempre più critiche proprio per via delle disposizioni per debellare la PSA. Ma con quei provvedimenti, in realtà, si sono presentati altri rischi di biosicurezza.
Negli allevamenti oggetto dell’indagine sono state documentate infestazioni di tipi, insetti e uccelli. Sono tutti possibili vettori di peste suina africana nel posto, ma anche le carcasse di suinetto lasciate al di fuori delle strutture costituiscono un pericolo per la trasmissione del virus.
Immagini del genere non le avevo mai viste prima, nonostante la mia lunga esperienza di inchieste nel settore zootecnico. Questi sono solo due allevamenti, ma abbiamo ragione di credere che siano tante le strutture intensive nelle zone di restrizione dove potrebbero succedere cose simili” ha dichiarato Innocenzi.
Quanti allevamenti si trovano in condizioni analoghe se non più gravi? Giulia Innocenzi ha sporto denuncia ai Carabinieri di Parma, esortando le istituzioni a monitorare le zone di restrizione.
L’allarmante situazione ha spinto il Commissario per la peste suina africana, Giovanni Filippini, a valutare la possibilità di concedere le autorizzazioni alla movimentazione degli animali, esaminando caso per caso.
L’inchiesta mette in evidenza un impellente cambio di direzione delle strategie per fermare ed eradicare la peste suina africana, il cui prezzo più alto è pagato dagli animali di allevamento.
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