La nuova legge mette in crisi il settore della carne, ma il problema riguarda le condizioni in cui gli allevamenti hanno sempre lavorato.
La nuova legge mette in crisi il settore della carne, ma il problema riguarda le condizioni in cui gli allevamenti hanno sempre lavorato
Il bacon, tanto amato dagli americani, potrebbe scomparire dalle tavole della California. All’inizio del 2022, infatti, in California entrerà in vigore la nuova legge sul benessere degli animali approvata a stragrande maggioranza dagli elettori nel 2018. La nuova normativa richiede più spazio per poter allevare gli animali e questo potrebbe mettere in crisi gli allevatori di suini.
Se produttori di vitelli e polli sono ottimisti e pensano di riuscire a rispettare i nuovi standard, tra le aziende che allevano maiali solo il 4% ad oggi rispetta le nuove regole. Di conseguenza, a meno che i tribunali non intervengano o lo stato non consenta temporaneamente la vendita di carne non conforme, la California perderà il 96% tutta la sua fornitura di carne di maiale e i produttori di carne di maiale dovranno affrontare costi più elevati per riconquistare il mercato.
La situazione sta preoccupando tutta la filiera e non mancano le polemiche tra allevatori, trasformatori, ristoratori. Gli allevatori sostengono di aver avuto poco tempo per adeguare le strutture e si lamentano di non riuscire a inseminare le scrofe e processare – cioè macellare – i maiali entro gennaio. Adeguare le strutture, inoltre, costerebbe circa 3 milioni di dollari e ogni allevatore potrebbe tenere “solo” 250 maiali in uno spazio in cui ora riesce a stiparne 300.
Ristoranti e negozianti, già messi a dura prova dalle conseguenze della pandemia, temono rincari della carne insostenibili che li costringerebbe a rivalersi sui consumatori o ad abbandonare la carne di maiale. Secondo gli economisti, il rincaro ci sarebbe sicuramente e sarebbe di circa il 15% per animale. Per i consumatori, questo si tradurrebbe in un aumento del bacon del 60%: il prezzo salirebbe da 6 a 9,60 dollari a confezione e in tanti temono di non poterselo permettere, mettendo così a rischio la propria colazione. I timori di tutti gli attori coinvolti nella vicenda ha portato a diverse azioni legali, ma al momento tutti i tribunali hanno respinto le cause, sostenendo la nuova legge.
Quello che sembra non entrare nel dibattito sono invece le condizioni cui sono stati detenuti i maiali fino a oggi. In un tipico allevamento di maiali in Iowa, Stato che alleva circa un terzo dei maiali della nazione, le scrofe vengono tenute in gabbie all’aperto di poco più di un metro quadrato fino al termine del processo di inseminazione. Dopodiché vengono trasferite in gabbie un po’ più grandi (circa 1,8 metri quadrati). Le dimensioni di entrambe le gabbie non rispettano i requisiti minimi della nuova normativa, che è di 2,2 metri quadrati circa e che corrisponde allo spazio per consentire agli animali di girarsi e stendersi.
La nuova legge non risparmierà agli animali un’esistenza di prigionia e sofferenza e nemmeno una morte prematura, ma consentirebbe loro solo di potersi muovere un po’ di più. Ma nemmeno questo può essere concesso a un animale, relegato a mera fonte di reddito o a piatto gustoso e croccante.
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Fonti di riferimento: NPR
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