Aggiornare le zonne vulneravili da nitrati e definire i carichi inquinanti. Questo è quanto ha stabilito la Conferenza Stato-Regioni
È stato approvato da parte della Conferenza Stato-Regioni la bozza dell’accordo che prevede l’avvio entro un anno di uno studio volto all’aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti.
Fare il punto della situazione era diventato ormai necessario, insieme ad una più precisa stima dei carichi inquinanti. Soprattutto in vista dell’incontro del 17 maggio a Bruxelles, in cui l’Unione europea dovrà esprimersi in merito richiesta di deroga dell’Italia ai limiti allo spandimento di azoto zootecnico per ettaro nei terreni sottoposti a vincolo.
Tirano il fiato le aziende agricole e zootecniche della Pianura Padana, diventate il capro espiatorio di tutta la vicenda. Infatti, secondo quanto si legge nell’accordo “le Regioni e Province autonome si impegnano a promuovere l’aggiornamento delle zone vulnerabili e l’adeguamento dei programmi d’azione ai risultati che emergeranno dallo studio“.
Dal canto suo, la Regione Veneto, in prima linea, ha fatto sapere che “l’inquinamento da nitrati delle falde acquifere rappresenta una problematica reale che non va sottovalutata, ma nemmeno accollata unicamente alle aziende agricole della pianura Padana“. Continua: “Mentre attendiamo fiduciosi la deroga agli attuali limiti di spandimento dell’azoto sui territori sottoposti al vincolo proponiamo un percorso concreto e scientificamente supportato finalizzato all’aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati e alla definizione dei carichi inquinanti attribuibili ai diversi settori civili e produttivi. Questo documento può rappresentare un valido inizio per un percorso concreto finalizzato ad un chiarimento definitivo della problematica“.
Si tratta di “un passo molto importante per salvaguardare gli agricoltori e tutelare l’ambiente” ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano: “Troppo frettolosamente in passato si era addossata al settore agricolo la maggiore responsabilità dell’inquinamento da nitrati. Da oggi con l’impegno decisivo del ministero delle Politiche agricole, del ministero dell’Ambiente e delle Regioni si potrà lavorare con maggiore equilibrio sul tema“.
Secondo le istituzioni infatti, tale accordo fa parte del quadro delle iniziative volte alla tutela degli agricoltori “per consentire un’attuazione della direttiva nitrati che possa salvaguardare la competitività delle aziende, in particolar modo quelle zootecniche dell’area padana, e al contempo assicurare la protezione delle risorse ambientali“.
Inoltre, entro il 31 dicembre, ha concluso Romano “provvederemo a un ulteriore studio sui nitrati, comprensivo di valutazioni di impatto sulle attività agricole, oltre a misure di sostegno per le aziende, ad un aggiornamento normativo e alla rettifica delle procedure amministrative di controllo“.
“Un passo determinante per salvare la zootecnia italiana dall’effetto nefasto dell’applicazione di una norma ingiusta che avrebbe scaricato interamente sugli allevatori un problema ambientale che ha ben altre responsabilità” ha affermato il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini nell’esprimere apprezzamento per l’approvazione della bozza – “Abbiamo sempre respinto le promesse di deroghe o di proroghe che avrebbero avuto il solo effetto di rinviare il problema”, ha concluso Prandini. “Abbiamo anche contestato tutti coloro che sostenevano che la soluzione al problema fosse quella di realizzare centinaia di impianti a biogas. La posizione di Coldiretti è stata dall’inizio chiara, e il problema è diventato (giustamente) di risonanza nazionale anche grazie al lavoro svolto in commissione agricoltura dall’on. Viviana Beccalossi. Ora che anche la Regione Lombardia si è schierata a difesa dei propri allevamenti siamo decisamente più fiduciosi”.
Francesca Mancuso