Suini mutilati senza anestesia e colpiti con bastoni: il lato nascosto degli allevamenti del Prosciutto di Parma

Suinetti presi a bastonate, afferrati per le orecchie e mutilati senza anestesia, scrofe immobilizzate in anguste gabbie: una nuova sconcertante inchiesta svela il volto nascosto della produzione del Prosciutto di Parma

Il Prosciutto di Parma viene venduto a caro prezzo, ma a pagare il costo più salato sono indubbiamente i suini, la cui breve vita che precede la macellazione in alcuni casi è un inferno fatto di terrificanti maltrattamenti. Dietro il pregiato prodotto Made in Italy si nascondono, infatti, retroscena spaventosi. A testimoniarlo le immagini drammatiche immortalate dall’associazione Essere Animali in un allevamento in provincia di Cuneo, che risulta essere parte del circuito del Consorzio Prosciutto di Parma.

Per scoperchiare il vaso di Pandora si sono rivelate cruciali le segnalazioni da parte un ex lavoratore dell’azienda, che è stata poi denunciata per i presunti reati di maltrattamento e abbandono di animali.

Si torna a parlare nuovamente del Prosciutto di Parma dopo la scottante inchiesta realizzata da Giulia Innocenzi per Report in due allevamenti della Lombardia, dove sono state scoperte gravi carenze igienico-sanitarie, maltrattamenti e persino un’infestazione di topi.

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L’orrore emerso dalla nuova inchiesta di Essere Animali

I filmati e le foto diffuse da Essere Animali – e accompagnati dalla voce di Selvaggia Lucarelli – lasciano sgomenti. Si vedono operatori che colpiscono suinetti e scrofe con un bastone e pinze metalliche e che vengono percorssi ripetutamente al momento del tatuaggio e della marchiatura vengono percossi ripetutamente.

“Si tratta di una pratica illegale, che provoca sofferenza acuta ed evitabile e induce gli animali ad avere costantemente paura del personale. Questo può portare a uno stato di stress cronico con un impatto ancora peggiore sul benessere dell’animale” denuncia l’associazione.

Tra le scene più cruente c’è quella di un addetto ai lavori che sopprime un suinetto sbattendolo in un cancelletto di una gabbia parto; naturalmente anche in questo caso si tratta di una pratica illegale, dato che la procedura prevista dalla normativa punta ad evitare inutili sofferenze agli animali.

@Francesco Ceccarelli/Essere Animali

A sofffrire terribilmente anche le scrofe confinate in gabbie, dove mostrano sintomi di stress e comportamenti stereotipati per via dell’estrema condizione di confinamento senza alcuna possibilità di esprimere i propri bisogni naturali. Le immagini mostrano esemplari  con ferite dovute alla posizione fissa e immobile a cui sono costrette.

“Al momento dell’uscita delle scrofe dalle gabbie gli operai non utilizzano rampe antiscivolo e l’altezza dello scalino è troppo grande, costringendo gli animali, che hanno vissuto immobilizzati per più di un mese, a un salto che molti non sono in grado di compiere correttamente” sottolineano gli attivisti. A causa di ciò, alcune scrofe cadono e si ritrovano a zoppicare.

suini prosciutto di parma

@Francesco Ceccarelli/Essere Animali

Un’altra nota dolente è rappresentata dalle mutilazioni senza anestesia a cui sono sottoposti i suinetti. Questi, infatti, vengono castrati senza disinfettante né anestetico o analgesico e i guanti utilizzati dagli operatori sono ancora imbrattati dell’inchiostro usato per il tatuaggio, rischiando in questo modo di infettare la ferita.

Pure per il taglio e la cicatrizzazione della coda non vengono usate precauzioni adeguate, anzi, gli operatori devono procedere più volte al taglio, provocando ulteriori sofferenze, sempre senza alcun anestetico e analgesico.

suini prosciutto parma

@Francesco Ceccarelli/Essere Animali

Nelle immagini divulgate non c’è praticamente traccia di rispetto del benessere animale. In un altro frame vediamo maiali afferrati per le orecchie dagli operatori, una modalità scorretta ed estremamente dolorosa, e per le zampe sotto al ginocchio, con il rischio di causare lesioni e/o fratture.

Gli operatori poi lanciano letteralmente gli animali, una pratica illegale e inspiegabile perché oltre a provocare sofferenza acuta agli animali (lesioni e/o fratture, ematomi per l’impatto sul pavimento e/o contenitori) è controproducente anche per l’allevatore. – evidenziano gli attivisti di Essere Animali – Questo è indicazione di una pessima formazione del personale, ma anche di sistemi produttivi in cui lo stress psicologico cui sono soggetti gli operatori li induce ad alienarsi dagli animali che stanno manipolando.

@Francesco Ceccarelli/Essere Animali

Basta crudeltà!

Nel nostro Paese sono circa 10 milioni i maiali allevati e macellati e che subiscono la mutilazione della coda e, nel caso dei maschi, la castrazione senza anestesia né analgesia, come riporta Essere Animali. Durante parte della gestazione e per parto e allattamento, 500 mila scrofe sono rinchiuse in gabbie così piccole da impedire loro qualsiasi movimento. Queste pratiche causano enormi sofferenze ad animali dotati di intelligenza e sensibilità, ma purtroppo sono ancora diffuse in gra parte degli allevamenti (anche dei circuiti DOP) italiani.

Da tempo Essere Animali documenta e denuncia – attraverso la campagna SOS Pig le ripetute violazioni negli allevamenti di suini in Italia, spesso associati alle “eccellenze” del Made in Italy, dove sono state più volte documentate violenze, illegalità e pratiche legali che violano il benessere degli animali, come l’allevamento in gabbia delle scrofe. La petizione lanciata dall’associazione  rivolta alle aziende alimentari ha già superato le 160 mila firme e chiede ai principali marchi di prodotti suini di intervenire per eliminare l’utilizzo delle gabbie per le scrofe e le mutilazioni per i suinetti.

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Fonte: Essere Animali

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