“Sono entrata nell’allevamento-grattacielo di maiali cinese, vi svelo cosa ho visto”: le immagini inedite di Report

Cosa avviene nel più grande allevamento di suini del mondo? Per la prima volta in assoluto gli inviati di Report hanno varcato la soglia del grattacielo cinese Pig Palace, che ha una capienza di oltre due milioni di maiali portandoci in una struttura mastodontica e inaccessibile, che secondo gli esperti rappresenta una "bomba biologica" pronta a esplodere...

Nella provincia cinese di Hubei, a pochi chilometri dalla città di Wuhan, sorge un enorme grattacielo, dove all’interno vengono allevati centinaia di miglialia di suini, in un ambiente totalmente artificiale e automatizzato. È l’inquietante Pig Palace: un luogo inaccessibile e che non può essere fotografato facilmente e dove possono accedervi solo i dipendenti e i soggetti autorizzati.

Per la prima volta in assoluto una troupe giornalistica è riuscita ad entrare per svelarci cosa accade lì dentro. A riuscirci, grazie a un bel po’ di pressioni e qualche escamotage, sono stati Giulia Innocenzi e Fabio Martinelli di Report, che hanno realizzato un’inchiesta molto interessante (e a tratti inquietante) andata ieri sera in onda su Rai3.

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Giunti sul posto, si sono trovati di fronte a una struttura di ben 26 piani, costruito – con un investimento pari a 650 milioni di euro – per ospitare un numero record di suini: poco più di due milioni.

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Dopo aver insistito un po’, la giornalista Giulia Innocenzi è stata finalmente accolta dall’addetta alle delegazioni straniere, che ha mostrato un plastico in miniatura e fornito alcune indicazioni.

Al momento nel grattacielo ci sono 930mila maiali, ma stiamo costruendo altri edifici. Speriamo di rrivare arrivare  a 2 milioni e 100mila suini entro la fine dell’anno. – ha spiegato – Dopo la diffusione della peste suina africana in Cina, che ha ucciso centinaia di milioni di maiali, il regime ha imposto standard di controllo e biosicurezza altissimi, e si è puntato molto sui grandi allevamenti.

La dura vita dei dipendenti-prigionieri del Pig Palace

Chi lavora all’interno del grattacielo non ha praticamente una vita all’esterno. Per motivi di sicurezza i dipendenti, infatti, sono costretti a vivere all’interno dell’area e non possono lasciarla liberamente.

Prima di entrare gli operatori devono lavarsi e disinfettarsi due volte. Una cosa fondamentale è che i dipendenti vivono all’interno dell’allevamento, hanno una biblioteca, il centro sportivo. – chiarisce l’addetta del Pig Palace alle delegazioni straniere. Hanno 4 giorni di riposo al mese, soltanto i loro figli escono per andare a scuola.

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E, da quanto appreso dalla troupe di Report, nella struttura a breve verrà costruita persino una piscina. Le telecamere, però, mostrano una realtà ben più triste: delle case dall’aria piuttosto fatiscente.

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Come vengono allevati i suini

Purtroppo riuscire a vedere da vicino le condizioni in cui versano i suini allevati in questa fabbrica della morte non è stato possibile. A Giulia Innocenzi è stato concesso di dare un’occhiata nei vari piani attraverso un visore.

“Ci sono le scrofe chiuse in gabbia al quarto piano, e suini da ingrasso chiusi nei recenti. Tutto il sistema è automatizzato, è un tipico allevamento intensivo” raconta la giornalista.

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Fingendosi imprenditori del settore interessati ad importare questa modalità di allevamento anche in Italia, Innocenzi e Martinelli sono stati successivamente accolti dal direttore generale del Pig Palace, che li invita anche a pranzo per assaggiare pietanza pereparate con la carne dei suini provenienti dall’allevamento.

“Abbiamo puntato molto sull’automatizzazione del lavoro, bastano quattro persone per piano” sottolinea il direttore. Praticamente ogni persona deve occuparsi di circa 6mila maiali.

“Bisogna fare attenzione a un sacco di cose, per esempio all’impianto di energia elettrica. In una struttura così grande non puoi permetterti un blackout, significherebbe la morte del 70% dei suini” aggiunge.

Più che un luogo sicuro, una bomba biologica pronta ad esplodere

Oggi la carne di maiale è gettonatissima in Cina, grazie (o a causa) dei maxi allevamenti che hanno fatto abbassare di parecchio i costi. Basta farsi un giro nei mercati delle varie città, come ha fatto Giulia Innocenzi, per trovare qualsiasi parte dei suini in vendita: lingue, orecchie, muso e intestino, zampa.

“La sicurezza alimentare è fondamentale per la stabilità del regime, il Paese ha sofferto diverse carestie nella storia recente” evidenzia a tal proposito Peter Li, docente di affari cinesi e politiche legate agli animali presso l’Università di Houston.

Questo è uno dei principali motivi per cui il Paese asiatico sta investendo parecchio nei maxi allevamenti intensivi. Il modello del Pig Palace, adesso, rischia di diffondersi anche fuori dalla Cina. Infatti, a visitare il grattacielo sono state di recente anche alcune aziende spagnole e olandesi, che hanno mostrato il loro interesse.

Ma siamo proprio sicuri che luoghi come questo siano protetti dalla proliferazione dei virus? La risposta è abbastanza intuitiva: niente affatto… A confermarlo ai microfoni di Report è Caludio Bandi, professore di microbiologia presso l’Università di Milano, che parla di una “bomba bioologica”.

“In un ambiente di questo tipo posso immaginare che un agente infettivo che si presenti una forma asintomatica, e che quindi non si vede, possa avere una sua evoluzione” spiega l’esperto.

In definitiva, al di là della questione etica non possiamo ignorare il nodo dei rischi per la salute umana. La prossima pandemia potrebbe partire proprio da un grattacielo come il Pig Palace…

Se volete approfondire l’atmosfera che respirano in questo inquietante grattacielo gli operatori che ci lavorano, non perdetevi la puntata del nostro podcast LENTI – Dove non abbiamo guardato:

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Fonte: Report/Rai3

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