Lo scopo era di analizzare il legame tra i cambiamenti climatici e l'assottigliamento della popolazione di api su scala mondiale.
Presentata ieri a Milano una ricerca prodotta dall’Università degli Studi di Milano (Centro ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturali), a cura del Direttore Prof. Umberto Solimene e con la collaborazione del climatologo Vincenzo Condemi, della stessa università, e di Agrofarma. Lo scopo era di analizzare il legame tra i cambiamenti climatici e l’assottigliamento della popolazione di api su scala mondiale.
L’indagine si è sviluppata mettendo in relazione lo storico degli ultimi 200 anni di cambiamenti climatici, la cui analisi ha evidenziato un riscaldamento globale più rapido negli ultimi 20 anni, e le evidenze attuali e storiche della morìa di api.
Le conclusioni del Prof. Solimeni denotano come i cambiamenti climatici stiano influenzando le stagioni, in particolare l’avvio anticpato della Primavera ed un conseguente restringimento invernale. Questo sfasamento è quantificabile in 20-30 giorni, che si traducono in maggior lavoro della api. Ed in un maggior stress, che comprometterebbe la loro salute.