Il lato più oscuro del salmone rosa: 62 milioni di animali morti solamente in Norvegia in un anno

Negli allevamenti di salmone della Norvegia, decine di milioni di esemplari muoiono ogni anno prima ancora di essere macellati. Lo denunciano le organizzazioni di tutela animale da sempre e lo conferma un nuovo report sulla salute dei salmoni d'allevamento e le cause dei decessi condotto nel Paese scandinavo

L’itticoltura è un settore che si riconferma in forte crescita nei Paesi del Nord, ma per i salmoni le condizioni d’allevamento restano invariate in termini di sofferenza e tasso di mortalità. È il business dei tranci rosa.

Decine di milioni di esemplari di salmone muoiono negli allevamenti ogni anno, sia nella fase giovanile, da avannotti, che nelle reti aperte, enormi gabbie circolari posizionate in mare.

Lo conferma un nuovo report 2023 sull’allevamento del salmone in Norvegia e sulla salute dei pesci incentrato. A condurlo l’Istituto Veterinario Norvegese, che ci mostra una panoramica su un settore pieno di ombre.

Il rapporto mette in evidenza le principali cause di mortalità dei salmoni, responsabili lo scorso anno della morte di 62,8 milioni di salmoni, il 16.7%, nei recinti circolari in mare. La percentuale è aumentata rispetto al 2022, in cui il tasso di mortalità si attestava sul 16.1%.

Ma milioni di salmoni muoiono anche durante e dopo l’incubazione. Il numero di avannotti con peso superiore di 3 grammi che non è sopravvissuto a questa tappa è stato 37,7 milioni nel 2023, ben 2 milioni in più del 2022.

Le cause principali

Ma cosa uccide i salmoni d’allevamento? Le cause sono diverse. Tra le principali vi sono la trasmissione di malattie infettive con il 38%. I pesci muoiono ancora prima di essere macellati a causa di malattie delle branchie, infiammazione degli organi, pasteurellosi, anemia infettiva del salmone, quest’ultima riscontrata in 18 località norvegesi.

Molto frequenti sono le epidemie di pidocchi di mare, contro cui i salmoni vengono vaccinati. Se le larve non li infestano, i salmoni possono morire a causa di lesioni nel 33% dei casi. Gli animali riportano spessissimo ferite a causa del sovraffollamento delle vasche, ma non ricevono cure.

Ci sono poi le cause di natura sconosciuta, che al 20% stroncano la vita dei pesci. Una percentuale non da poco, che getta luce su lacune di monitoraggio e altre carenze. Eppure, a detta degli esperti, le conoscenze non mancano.

Esistono molte conoscenze su come ridurre il rischio di infezione e esiste un grande potenziale di miglioramento. Richiede che le conoscenze siano messe in pratica e tradotte in azione nel settore dell’allevamento” ha scritto Edgar Brun dell’Istituto Veterinario Norvegese.

Sebbene nel tempo le misure di biosicurezza saranno da rafforzare, non si può non tenere conto di queste statistiche parlando di benessere degli animali d’allevamento. È l’intero sistema a dover essere rivisto.

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Fonte: Vetinst.no

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