Le galline OGM che non generano maschi potrebbero arrivare in Ue (senza necessità di approvazione)

L'Ue potrebbe dare l'ok all'utilizzo di galline OGM non più in grado di generare pulcini maschi ma solo femmine (che finiranno poi sfruttate negli allevamenti di galline ovaiole). Il tutto senza necessità di approvazione o speciale etichettatura

Come è ormai tristemente noto, negli allevamenti di galline ovaiole i pulcini maschi vengono uccisi (in quanto considerati inutili) e spesso in maniera estremamente crudele. Ora sembra che l’Ue stia aprendo la strada all’utilizzo di galline transgeniche, non in grado di generare pulcini maschi ma solo femmine che ovviamente saranno poi sfruttate negli stessi allevamenti.

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L’Europa potrebbe commercializzare le nuove galline, studiate e messe a punto in Israele, senza sottoporle prima ad un processo di approvazione e senza la necessità di un’etichettatura particolare delle loro uova (mentre ovviamente sarebbe doveroso per il consumatore conoscere tutti i dettagli di ciò che acquista).

È la Germania a lanciare l’allarme su questa questione:  l’Unione tedesca dei contadini (Abl) e Testbiotech, Istituto per la valutazione indipendente dei rischi nelle biotecnologie, hanno pubblicato il contenuto di una lettera inviata dalla Commissione europea a luglio 2021 all’Ufficio federale tedesco per la protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare (Bvl).

In questa si legge che:

La definizione di OGM di cui all’articolo 2, paragrafo 2, della direttiva 2001/18/CE si riferisce all’organismo ‘in cui il materiale genetico è stato alterato in modo non naturale per accoppiamento e/o combinazione naturale’. Questo non sembra essere il caso delle galline ovaiole in questione, sulla base delle informazioni provate, secondo le quali il transgene viene veicolato solo agli embrioni maschi, non agli embrioni femminili che si sviluppano poi in galline ovaiole.

Con questa motivazione in pratica si giustifica il fatto che:

le galline ovaiole in questione e le loro uova non avrebbero bisogno di autorizzazione ai sensi del regolamento (CE) n. 1829/2003.

Testbiotech fa sapere che sono stati alcuni ricercatori in Israele a modificare geneticamente le galline, usando il sistema CRISPR/Cas in modo tale che nessun maschio venga generato. Un gene mortale viene trasmesso solo alla prole maschile, provocando la morte del pulcino (embrione) nell’uovo, e permettendo così solo alle femmine di svilupparsi normalmente ed essere poi utilizzate come galline ovaiole.

Testbiotech scrive:

Il processo e gli animali sono già stati brevettati e saranno commercializzati in collaborazione con un’azienda statunitense. I richiedenti il ​​brevetto affermano che la loro tecnologia è sicura al 100% e che non è possibile trovare geni estranei nel genoma delle galline ovaiole. Questa informazione sembra essere sufficiente per la Commissione Europea per esentare le galline ovaiole e le loro uova dai test di approvazione e dall’etichettatura previsti dalla legge. Ma non c’è una base legale per questo. La legislazione dell’UE richiede che tutti gli organismi risultanti da processi di ingegneria genetica siano soggetti a un processo di autorizzazione, tracciabile ed etichettato.

Ma che potenziali rischi ci sono in questa pratica?

I risultati della ricerca di base sottolineano quanto sia importante applicare questi requisiti anche alla progenie di animali geneticamente modificati: essi mostrano che la progenie di animali il cui materiale genetico è stato manipolato geneticamente mediante CRISPR/Cas è influenzata da cambiamenti non intenzionali che comportano rischi specifici.

Le associazioni tedesche puntano dunque il dito contro la Commissione europea, definendo la loro apertura verso le galline OGM una posizione discutibile, che potrebbe essere “basata sul calcolo politico ed economico della semplice deregolamentazione della nuova ingegneria genetica attraverso la porta sul retro”.

In risposta, AbL e Testbiotech stanno ora scrivendo una lettera alla Commissione europea  in cui verrà sottolineato che la commercializzazione delle uova prodotte da queste galline, senza valutazione del rischio ed etichettatura, violerebbe il diritto dell’Ue.

In questo modo, la Commissione Ue annullerebbe la legge sull’ingegneria genetica e il principio di precauzione. Con questo cambio di paradigma, supera chiaramente le sue competenze – ha dichiarato Annemarie Volling, esperta di ingegneria genetica presso l’AbL.

Fonti: AblTestbiotech 

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