È stato presentato dalla Fao il rapporto sulla situazione dell'agricoltura e dell'allevamento nel mondo. In crescita le richieste di carne e derivati
Presentato dalla Fao il rapporto annuale sullo stato dell’agricoltura e dell’allevamento, ma purtroppo ci sono solo cattive notizie. Infatti, è stata triplicata la richiesta di prodotti proteici soprattutto dai Paesi in via di sviluppo. Ciononostante, questi ultimi soffrono ancora per la malnutrizione.
Secondo il rapporto Sofa (State of the food and agricolture) è calato il consumo dei cereali a discapito di quello di carne e uova. Ciò non fa che destare ulteriori preoccupazioni se pensiamo che già il 26% della superficie terrestre è occupata dagli allevamenti. Questi ultimi, a loro volta, insistono sul’35% dei campi agricoli.
Occorre trovare immediatamente soluzioni concrete, ha esortato la Fao. Nei prossimi anni, infatti, la popolazione della Terra continuerà a crescere, e stando a queste tendenze, occorrerà produrre almeno il 20% di carne in più entro i prossimi 8 anni, fino a toccare quota 50% entro il 2050. Così facendo, il numero dei bovini
passerebbe dagli attuali 1,5 miliardi a 2,6 miliardi, mentre ovini e caprini voleranno da 1,7 miliardi di capi a 2,7 unità.
Ma quali sono le cause di questo incremento del consumo di carne e derivati? A parte l’incremento demografico, ad innzalare la domanda di carne vi è principalmente l’aumento dei redditi e l’ urbanizzazione nei Paesi in via di sviluppo. Ma non dimentichiamo anche i cambiamenti climatici. Modibo Traeré, vicedirettore Fao del dipartimento Agricoltura e protezione del consumatore, spiega: «Visto che non possiamo intervenire sui cambiamenti climatici l’unica cosa da fare è adattare le razze animali a questi ultimi. Così come non si può chiedere a una mucca olandese di produrre la stessa quantità di latte in un Paese tropicale (a parità di alimentazione) non si può immaginare che l’aumento della temperatura terrestre non provochi dei cambiamenti della produzione dei derivati animali, così come dei vegetali».
Inoltre, a beneficiare di questo incremento del consumo di carni saranno soprattutto i produttori su larga scala, mentre i piccoli produttori avranno i giorni contati. Per questo la Fao avanza una proposta, soprattutto riguardo alle economie dei paesi in via di sviluppo: «Esistono dei programmi per lo sviluppo delle economie locali – spiega il segretario generale della Fao, Jacques Diouf – che fanno affidamento principalmente sulle donne».
Nel frattempo, perché non cominciare a dare un’occhiata alle varie alternative alla carne che già possiamo adottare nella nostra alimentazione?