La Suprema Corte di Giustizia del Messico ha respinto i ricorsi di tutte le multinazionali, tra cui Monsanto, che volevano seminare mais OGM
La Suprema Corte di Giustizia del Messico ha respinto tutti i ricorsi presentati da alcune delle più grandi multinazionali, tra cui Monsanto (oggi Bayer), per porre fine alla sospensione della semina di OGM (in particolare mais) nel Paese.
Già alla fine del 2020, il Messico aveva preso una posizione ben precisa riguardo alle coltivazioni di mais transgenico, vietandole e diventando così il primo paese delle Americhe a bloccare la semina di OMG.
Come c’era da aspettarsi, però, le grandi società come Monsanto, Syngenta, PHI e Dow, non si sono arrese e hanno presentato diversi ricorsi. Su questi però si è ora pronunciata la Corte Suprema di Giustizia del Messico respingendoli tutti all’unanimità.
La decisione della Corte Suprema di fatto non si discosta dal decreto presidenziale del 31 dicembre 2020 che vieta non solo la coltivazione e il consumo di mais transgenico ma richiede anche la sostituzione progressiva del glifosato fino ad arrivare alla sua eliminazione totale nel 2024. Leggi anche: Vittoria! Il Messico è il primo Paese delle Americhe a vietare mais OGM e glifosato
A dare notizia con grande soddisfazione della sentenza della Corte è, sui social, Demanda Colectiva Maíz, il gruppo di attivisti che dal 2013 si batte per far sì che il mais OGM non venga più utilizzato nel Paese. Il gruppo definisce questa una “storica decisione” a favore del mais autoctono, della milpa (agroecosistema di coltivazione tipico dell’America Latina) e dell’esercizio dei diritti collettivi.
Mercedes López, dell’Associazione dei consumatori biologici, ha definito la lotta che si è da poco conclusa come quella di Davide contro Golia, ed effettivamente ci si avvicina molto. Da una parte c’erano organizzazioni contadine, ambientalisti e consumatori che si sono battuti per preservare le varietà autoctone di mais in Messico, dall’altra alcune tra le multinazionali più potenti del pianeta, come la Monsanto-Bayer, intenzionate a vendere i loro semi geneticamente modificati.
Una lotta iniziata, come già detto, nel 2013 quando il gruppo ha intentato una causa collettiva per impedire la semina di mais transgenico nel Paese. Una battaglia che va avanti da molti anni, dunque, ma assolutamente necessaria. Come ha spiegato Mercedes López:
Gli Ogm hanno messo in pericolo non solo le quasi 60 varietà autoctone di mais del Messico, ma anche tutta la cultura, la tradizione e la gastronomia ad esse legate.
Contro ogni previsione, la class action ha avuto la meglio. Quello che ha ora ratificato la più alta corte giudiziaria del Messico è una “misura cautelare” che di fatto mantiene la sospensione della semina di mais OGM. Il processo principale però continua e le aziende sicuramente tenteranno ancora di ribaltare la situazione.
In un comunicato il gruppo di attivisti non a caso scrive:
Abbiamo ancora molta strada da fare per arrivare al bando definitivo del mais transgenico in Messico, un’azione che garantirà la conservazione e la tutela del mais autoctono, della milpa, dei diritti dei contadini a un ambiente sano, e dei diritti umani collegati.
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Fonte: Domanda Collettiva Mais Facebook
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