L'agghiacciante sofferenza dei conigli allevati in gabbie per la loro carne denunciata in una nuova inchiesta negli allevamenti del Belpaese come della Polonia. Questo è "malessere animale"
Gabbie talmente piccole da impedire anche solo il distendere le zampe, frustrazione, lesioni, esemplari morti in spazi microscopici. Sono le tremende condizioni dei conigli allevati per la loro carne, riscontrate in allevamenti italiani e polacchi.
A denunciarle è una nuova sconvolgente video-inchiesta realizzata dalla Compassion in World Farming (CIWF). Per accendere i riflettori europei sul tema degli allevamenti in gabbia, l’organizzazione ha diffuso il materiale raccolto assieme alla coalizione End the Cage Age in concomitanza con l’avvio delle udienze a Bruxelles per la nomina dei nuovi Commissari.
Gli investigatori hanno osservato e constatato la sofferenza dei conigli stipati in gabbie sovraffollate o individuali, impossibilitati anche a esprimere comportamenti naturali della specie come sollevarsi sulle zampe posteriori o saltare.
Vengono stabulati su pavimentazioni formate da reti metalliche, responsabili di dolorose piaghe, ferite alla cute, lesioni ai garretti. Non vi è altro, non vi sono materiali da rosicchiare per poter limare i denti in continua crescita.
Ai conigli non resta che masticare le grate delle gabbie o le orecchie dei loro simili. Le immagini mostrano esemplari dalle orecchie rosicchiate, incapaci di alzare la testa, altri senza vita. In un allevamento i conigli avevano il corpo quasi del tutto spoglio dalla pelliccia, probabilmente a causa di una parassitosi o un’infezione.
Anche due tipi di gabbie cosiddette “arricchite”, esaminate dagli investigatori, si sono confermate troppo piccole per salti consecutivi. Seppur costituiscano un passo avanti rispetto alle gabbie tradizionali, queste non rispetterebbero le esigenze dei conigli. In due allevamenti, inoltre, le temperature erano così alte che i conigli ansimavano.
Per gli attivisti per i diritti degli animali quanto svelato è una cruda testimonianza del “malessere animale” negli allevamenti intensivi in gabbia. È da qui che proviene la maggior parte dei conigli trasportati e uccisi nei mattatoi.
Per le associazioni, non si tratta di casi isolati osservati nei due Paesi. Queste sono le reali condizioni in cui quasi tutti i conigli “da carne” vengono allevati. In Europa, ogni anno vengono macellati 77 milioni di conigli, il 90% dei quali si stima sia stato allevamento in gabbia.
In Italia, solo nel corso del 2023, i conigli macellati sono stati 14,5 milioni. A fronte dell’agghiacciante materiale raccolto, le associazioni continuano a chiedere progressi significativi per vietare l’uso delle gabbie in ogni allevamenti.
Già diversi Stati comunitari, come l’Austria, hanno intrapreso questo percorso, dimostrando la fattibilità del progetto di abbandonare una volta e per tutte le gabbie.
Alternative più rispettose sono possibili e già in uso in tutto il mondo. La Commissione europea deve fare la sua parte e tenere fede al suo impegno formale a presentare la proposta per vietare l’allevamento in gabbia per tutti gli animali allevati al più presto possibile” commentano gli animalisti.
Con inchieste e manifestazioni per un’azione politica incisiva, le associazioni ribadiscono che “non esiste benessere in gabbia“.
Non vuoi perdere le nostre notizie?
- Iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite
Fonte: CIWF
Leggi anche: