Come forse pochi sanno, qualche tempo fa – in Baviera - un produttore tedesco di miele ha riscontrato nel proprio prodotto tracce di polline di mais OGM (la varietà MON810 di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi) coltivato in un campo vicino. Deciso a contrastare la diffusione del polline e il dilagare delle contaminazioni, il produttore si è rivolto al Tribunale amministrativo della Baviera per richiedere un intervento immediato.
Come forse pochi sanno, qualche tempo fa – in Baviera – un produttore tedesco di miele ha riscontrato nel proprio prodotto tracce di polline di mais OGM (la varietà MON810 di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi) coltivato in un campo vicino. Deciso a contrastare la diffusione del polline e il dilagare delle contaminazioni, il produttore si è rivolto al Tribunale amministrativo della Baviera per richiedere un intervento immediato.
La risposta arrivata dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia e resa nota dalla Coldiretti è molto chiara: “Il miele in cui è riscontrabile la presenza di polline di mais MON 810, sia gli integratori alimentari a base di polline contenenti polline della medesima varietà di mais sono alimenti prodotti a partire da OGM”. Per questo devono ricevere “un’autorizzazione all’immissione in commercio”.
In breve – come fa presente la Condiretti – la coltivazione di un campo OGM può comportare la contaminazione del miele attraverso il trasporto del polline da parte delle api (ma chi non l’aveva previsto pensando alle conseguenze della diffusione degli OGM?), rendendo necessaria in ogni caso una specifica autorizzazione per la messa in vendita.
Una situazione che genera preoccupazione sia per gli apicoltori, che subiscono un danno economico e d’immagine (senza considerare il fallimento personale di chi si dedica a produzioni sane e naturali e poi si vede infestare il proprio prodotto da pollini esterni), sia per i consumatori.
Nel nostro Paese – grazie anche alla mobilitazione delle associazioni contrarie alla diffusione degli OGM – esiste il divieto di coltivazione degli organismi geneticamente modificati, con la garanzia che i prodotti coltivati e commercializzati sono esenti da questi rischi.
Ciò che viene coltivato in Italia infatti, non è solo sicuro ma anche certificato e riconoscibile grazie alle apposite etichette, che ne permettono la tracciabilità.
Diversa invece la situazione dei mieli importati, soggetti invece allo stesso rischio del miele tedesco. Per fortuna, nel nostro Paese cittadini e istituzioni (almeno la maggior parte) sono contrarie all’adozione degli OGM, che mettono a rischio la salute dei cittadini minacciando la biodiversità, la varietà dei prodotti e il made in Italy.
Vi sembra poco?
Verdiana Amorosi