In troppi casi in Messico i cavalli vengono torturati in maniera spaventosa prima di diventare carne da macello (potenzialmente nociva per la salute umana). La nuova inchiesta di Animal Equality ci svela cosa accade nei macelli clandestini di questo Paese, dove ogni anno vengono uccisi oltre 570mila equini
Cavalli presi a colpi di bastoni, sottoposti a scosse elettriche e trascinati senza pietà con catene di metallo. Queste e altre crudeltà disumane sono state documentate a Arriaga, nello Stato messicano del Chiapas, in un macello di bovini che dichiarava di non macellare anche equini. Ciò che hanno scoperto gli attivisti di Animal Equality fa accapponare la pelle. Le immagini scioccanti, girate sotto copertura e rilasciate oggi in Italia, mostrano le violenze senza fine di cui sono vittime i cavalli durante la macellazione.
Nella struttura gli operatori mettono in atto pratiche crudeli, in aperta violazione alla normativa messicana relativa ai metodi di macellazione di animali domestici e selvatici, obbligatori su tutto il territorio nazionale. I terrificanti filmati mostrano cavalli talmente malati o malnutriti da non essere più in grado di mettersi in piedi. Per costringerli a spostarsi, vengono picchiati dai dipendenti del macello con bastoni, mentre in altri casi vengono trascinano appendendoli a catene di metallo che finiscono per soffocarli.
*** ATTENZIONE! IMMAGINI FORTI ***
L’orrore non si limita a questo. Gli operatori, infatti, usano pungoli elettrici sui poveri animali provocando loro scosse elettriche su varie parti sensibili del corpo, come le orecchie, per stordirli, dopo averli bagnati abbondantemente. Si tratta di una pratica non solo disumana, ma illegale in Messico.
Prima di essere ammazzati, i cavalli vengono storditi senza la supervisione di un medico veterinario. In questo modo capita che gli equini vengano colpiti ripetute volte senza pietà. La normativa prevede che la morte debba avvenire entro il limite di 30 secondi dallo stordimento. Ma nel macello di Arriaga, gli animali sono costretti al lunghe agonie.
Il business sanguinario (e pericoloso) della carne equina in Messico
Quanto documentato nel macello clandestino è soltanto la punta dell’iceberg. Il Messico, infatti, rappresenta il secondo produttore di carne equina al mondo dopo la Cina ed è uno tra i maggiori esportatori mondiali. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), ogni anno nel Paese vengono uccisi circa 579.983 cavalli, senza contare quelli uccisi clandestinamente.
In molti casi, però, la carne di cavallo viene infatti venduta come carne di manzo a causa della mancanza di trasparenza nell’etichettatura.
Inoltre, come evidenziato da uno studio condotto nel 2015 dall’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), la carne equina proveniente da questo Paese ha un elevato contenuto di clenbuterolo – un farmaco veterinario pericoloso per l’uomo e quindi non consentito su animali destinati al consumo. A causa di questa sostanza, quindi, la carne si rivela nociva per la salute umana.
Dal momento che in Messico non esistono aziende che allevano cavalli per il consumo umano, la maggior parte di essi proviene dal circo e dal settore delle corsa ippica, dove agli animali vengono somministrate sostanze non adatte al consumo umano. – spiega Animal Equality – Poiché non soddisfano i requisiti sanitari, molti di questi animali vengono inoltre uccisi in macelli clandestini. Altri cavalli arrivano in Messico dopo lunghi viaggi attraverso gli Stati Uniti, dove la loro macellazione è stata vietata ed è stata presentata un’iniziativa per impedirne il commercio.
Nel 2013, il Senato messicano aveva già espresso la propria preoccupazione a vari enti pubblici sullo stato sanitario dei cavalli che vengono uccisi, e probabilmente consumati, nel Paese. È giunto il momento che il governo messicano affronti questo problema per porre fine agli abusi sugli animali e garantire il rispetto delle norme che li tutelano.
A seguito dell’inchiesta, Animal Equality ha sporto denuncia per i maltrattamenti documentati alle autorità competenti dello Stato messicano del Chiapas, l’unico Stato in cui il reato di maltrattamento di animali non è regolamentato dalla legge.
È inaccettabile che pratiche così crudeli e violente contro i cavalli come quelle documentate in Messico avvengano con l’omissione e il permesso da parte delle autorità. – conclude Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia. – La scienza e le nostre immagini lo dimostrano chiaramente: gli animali sono esseri senzienti che soffrono a causa dei maltrattamenti ricevuti. Come società abbiamo la responsabilità di proteggere i cavalli e tutti gli altri animali sfruttati dall’industria alimentare ponendo fine a queste pratiche ingiuste.
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Fonte: Animal Equality
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