Vittoria! Lotta al caporalato, la Camera vieta le aste al ribasso dei supermercati per i prodotti alimentari

Approvata alla Camera la proposta di legge che vieta il ricorso alle aste al doppio ribasso per l'acquisto di prodotti alimentari da parte della GDO

Dopo anni di pressioni da parte di Terra!Onlus e dei sindacati, finalmente la Camera approva la legge contro le aste al ribasso per l’acquisto dei prodotti alimentari e limita le vendite sottocosto. Ora la legge passa al Senato.

Vietate le aste al doppio ribasso sui prodotti alimentari

La Camera dei deputati ha approvato ieri, con 369 voti favorevoli, la proposta di legge che vieta le aste al doppio ribasso nell’acquisto di prodotti alimentari.
Il testo della proposta ha come obiettivo quello cancellare una pratica che strozza la filiera agroalimentare, impoverendo l’agricoltura e creando le condizioni che favoriscono caporalato e sfruttamento dei lavoratori.

Il divieto di ricorrere alle aste è rafforzato da sanzioni fra i 2 e i 50 mila euro e dal blocco dell’attività commerciale per 20 giorni nei casi più gravi.
Il testo approvato ieri pone dei limiti anche al sottocosto, che la grande distribuzione applica con eccessiva disinvoltura scaricandolo sugli altri soggetti della filiera.

La proposta di legge è nata da una battaglia iniziata all’inizio del 2017, quando l’associazione Terra!Onlus, insieme a daSud e Flai CGIL lanciarono la campagna #ASTEnetevi.
Associazioni e sindacati chiedevano alla grande distribuzione la rinuncia al ricorso alle aste per l’acquisto dei prodotti alimentari.

Dopo l’approvazione del testo alla Camera, il direttore di Terra!Onlus, Fabio Ciconte, ha commentato:

“Accogliamo con favore questa legge contro le aste al ribasso. Dopo le nostre pressioni finalmente è arrivata la risposta delle istituzioni. Il provvedimento approvato oggi è importante perché giunge alle porte di una nuova stagione di raccolta dei pomodori e manda un chiaro messaggio ai gruppi della GDO che utilizzano queste pratiche sleali per rifornirsi di tanti prodotti di largo consumo: d’ora in poi non saranno più tollerate, perché fanno male a tutta la filiera, a cominciare dagli agricoltori e dai braccianti che ancora troppo spesso vengono sfruttati per raccogliere il cibo che mangiamo ogni giorno”.

“Come abbiamo dimostrato nel caso delle aste fatte per la passata di pomodoro e per il pecorino romano, meccanismi come il sottocosto e le aste al doppio ribasso distruggono l’intera filiera perché se un lato garantiscono un prezzo basso, utilizzato come esca per attrarre il consumatore, dall’altro chiedono sforzi insostenibili all’ambiente e ai produttori, oltre ad aggravare le condizioni di sfruttamento dei lavoratori e il caporalato. È un dovere di tutti mettere fine a queste dinamiche distorte e finalmente la politica ha dato un segnale”, ha concluso Ciconte.

Ora la proposta, firmata dall’Onorevole Susanna Cenni del Partito Democratico, attende il passaggio al Senato.

Se dovesse venire approvata anche al Senato, vendere sotto il costo di produzione sarà possibile solo in casi determinati, programmati e concordati con i fornitori, oppure per evitare gli sprechi in caso di merce che rischia il deperimento.

Come funzionano le aste al doppio ribasso

Le aste al doppio ribasso – o aste elettroniche inverse – sono utilizzate da alcune catene della grande distribuzione per l’acquisto di diversi prodotti alimentari tra cui pomodori, conserve, olio, legumi e latte.

La GDO chiede via email ai fornitori di proporre un’offerta per la vendita dei prodotti in stock, avviando una prima asta.
Una volta raccolte le proposte di diversi fornitori, viene lanciata una seconda asta al ribasso, che parte dal prezzo inferiore proposto durante la prima.
I fornitori si trovano così a competere tra loro e a offrire il prezzo più basso possibile per assicurarsi la commessa.
Per garantire un minimo margine di guadagno, il vincitore dell’asta si vede costretto a rivalersi sui produttori. Questi ultimi si rifanno a loro volta sui lavoratori, cui vengono negati i diritti fondamentali.
Questo meccanismo contribuisce dunque allo sfruttamento del lavoratori e rende difficile l’eradicazione del capolarato.

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Tatiana Maselli

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