Un report dello IATP segnala 20 aziende che producono carne e latticini che inquinano a dismisura più di alcuni stati e quasi quanto l'Eni
Come è ormai noto, le grandi aziende che producono carne e latticini sono tra i maggiori responsabili dell’inquinamento ambientale. Ma di quali aziende specificatamente si parla? Un nuovo report redatto dall’Istituto per la politica agricola e commerciale (IATP) segnala in particolare 20 aziende a livello europeo (Italia compresa).
Gli esperti dello IATP hanno calcolato le emissioni di 35 delle più grandi aziende produttrici di carne e prodotti lattiero-caseari con sede nell’Unione Europea (Ue) e in Svizzera segnalando in particolare l’operato di 20.
Per capire la gravità della situazione vi basti pensare questo: le 20 più grandi aziende produttrici di carne e prodotti lattiero-caseari in Europa sono responsabili di più emissioni di gas serra rispetto ai Paesi Bassi o alla Danimarca.
Non è ancora abbastanza chiaro? Allora forse sarà utile sapere che le emissioni combinate di queste 20 compagnie sono paragonabili a quasi tutte le emissioni del colosso petrolifero italiano Eni, e a due terzi delle emissioni del gruppo petrolifero francese Total.
A evidenziare questi dati è appunto la ricerca recentemente pubblicata dallo IATP.
L’impronta climatica delle grandi aziende europee di carne e prodotti lattiero-caseari rivaleggia con i giganti dei combustibili fossili, ma continuano a operare impunemente – ha dichiarato il direttore dell’IATP Shefali Sharma.
Infatti, l’analisi degli obiettivi ambientali delle 20 aziende incriminate ha rivelato che nessuna di loro sta considerando di passare all’agricoltura agroecologica o di ridurre la produzione di carne e solo 3 si sono impegnate a ridurre le emissioni del bestiame entro il 2030.
Le 20 maggiori aziende inquinanti
Il report segnala le seguenti aziende europee inquinanti:
- Groupe Lactalis (France)
- Arla (Denmark)
- Nestlé (Switzerland)
- Friesland Campina (Netherlands)
- Danish Crown (Denmark)
- Tönnies (Germany)
- Vion Food (Netherlands)
- Danone (France)
- Deutsches Milchkontor (Germany)
- Glanbia PLC Group (Ireland)
- Groupe Bigard SA (France)
- ABP Food Group (Ireland)
- Groupe Sodiaal (France)
- Müller Gruppe (Germany)
- Westfleisch (Germany)
- Bongrain/ Savencia (France)
- Coren Group (Spain)
- JV Dawn Meats (Ireland)
- Pini Italia Group (Italy)
- Inalca (Italy)
Nel settore avicolo vengono segnalate anche:
- LDC (France)
- Plukon Food Group (Netherlands)
- Gruppo Veronesi (Italy)
- PHW Group (Germany)
- 2 Sisters Food Group (U.K.
Nella seguente infografica potete vedere i loghi delle aziende segnalate.
Tra queste vi sono Nestlé e Danone che, come si legge nel report IATP:
riferiscono in modo più dettagliato di qualsiasi altra azienda di carne e prodotti lattiero-caseari. Conducono attivamente in molte piattaforme ambientali e di sostenibilità e hanno ottenuto certificati e premi per una buona gestione ambientale aziendale. Tuttavia, a un esame accurato, gli impegni effettivi sul clima di Nestlé e Danone sono deludenti. L’obiettivo di riduzione delle emissioni 2030 di Nestlé per le emissioni della catena di approvvigionamento lattiero-caseario e zootecnico può essere fuorviante perché si basa sulla crescita prevista delle emissioni in uno scenario normale entro il 2030 piuttosto che su una riduzione dai livelli attuali, che è la modalità standard di riduzione gli impegni sono espressi (vedi Nestlé della Svizzera). L’obiettivo climatico 2030 di Danone non si impegna a ridurre le emissioni totali (assolute) della catena di approvvigionamento.
E cosa fa l’Europa per arginare l’inquinamento provocato dalle grandi aziende che producono carne e prodotti caseari?
Lo IATP a proposito scrive:
Nessun governo europeo ritiene queste aziende responsabili delle emissioni della catena di approvvigionamento, anche se le emissioni dell’agricoltura sono aumentate nell’ultimo decennio. Mentre l’Ue si prepara a lanciare una Carbon Farming Initiative come parte dei suoi piani di rimozione del carbonio nel Green Deal dell’Ue e poiché stabilisce regole più ampie per il clima e l’agricoltura, i governi devono richiedere a Big Meat e Dairy di impegnarsi a ridurre le loro emissioni assolute. L’Ue non deve certificare l’uso di schemi di compensazione del carbonio impermanenti e inaffidabili, che consentono alle aziende che inquinano di ritardare l’azione per il clima e nascondere le proprie emissioni.
Si fa riferimento alle compensazioni per il carbonio nel suolo, una recente iniziativa della Commissione europea che ha lo scopo di aumentare la quantità di anidride carbonica immagazzinata nel suolo così da bilanciare le emissioni di gas serra degli allevamenti intensivi.
Un sistema che aggira il problema e che non può essere di certo risolutivo.
Qui potete scaricare il report completo.
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Fonte: IATP
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