Il provvedimento è stato adottato dopo che era stata comunicata una positività per influenza aviaria nelle specie avicole nel Laghetto.
Il provvedimento è stato adottato dopo che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Roma aveva comunicato una positività per influenza aviaria nelle specie avicole presenti nel Laghetto del Giglio, all’interno del Parco
Allarme aviaria a Villa Pamphili, a Roma, tanto che una parte del parco resterà chiusa per dieci giorni: è quanto disposto dalla amministrazione comunale a seguito di una richiesta del Dipartimento di prevenzione della Asl Roma 3. L’area interessata è quella in cui si trova il laghetto del Giglio.
Il provvedimento è stato adottato dopo che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Roma lo scorso 26 novembre aveva comunicato una positività per influenza aviaria nelle specie avicole presenti in quel laghetto e a far scattare l’allerta è stata la morte improvvisa di un cigno.
La successiva comunicazione del 28 novembre del Centro di Referenza per l’influenza aviaria, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ha confermato la positività per il virus dell’influenza aviaria sottotipo H5N1 ad alta patogenicità.
📍Aviaria, chiude al pubblico in via precauzionale un settore del 🌳parco di Villa Pamphili, nella parte ad est di via Leone XIII, dove si trova il laghetto del Giglio, fino alla fine dell’emergenza. 👉https://t.co/f3kr5k7Lzp pic.twitter.com/3DzXOAjoKC
— Roma (@Roma) November 30, 2021
La chiusura parziale del Parco – ha dichiarato l’Assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi – è stata disposta in via precauzionale per un periodo di 10 giorni o comunque per il tempo occorrente per eseguire gli accertamenti utili a escludere ogni ulteriore diffusione del virus verso l’esterno da parte di visitatori e consentire il corretto svolgimento degli ulteriori interventi ritenuti necessari. Va precisato che il rischio biologico è limitato alla sola possibilità di veicolare meccanicamente il virus, da qui le ragioni del provvedimento adottato oggi, mentre non ci sono rischi per il consumo di carne di pollame e uova.
Il primo focolaio di influenza aviaria a Roma risale ai primi di novembre ed era stato riscontrato a Ostia antica. Anche allora fu immediata l’ordinanza disposta dal Presidente della Regione Lazio per adottare misure straordinarie, come l’istituzione di una zona di protezione con raggio di 3 km dall’allevamento dove fu riscontrato il focolaio e di una zona di sorveglianza con un raggio di 10 km.
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Fonte: Comune di Roma
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