Le aste al doppio ribasso sui prodotti alimentari sono ufficialmente vietate! Il CdM ha infatti concluso l’iter di recepimento della dir UE.
Vittoria storica! Le aste al doppio ribasso sui prodotti alimentari sono ufficialmente vietate nel nostro Paese. Il Consiglio dei ministri ha infatti concluso l’iter di recepimento della direttiva UE sulle pratiche sleali nella catena produttiva
Approvato il Decreto legislativo che attua la Direttiva Europea del Parlamento e del Consiglio Ue in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare. Cosa significa? Che il ricorso a gare e aste elettroniche a ribasso è ufficialmente vietato.
Una battaglia che era cominciata già qualche anno fa, grazie alle continue denunce di Terra! della prassi della Grande distribuzione di effettuare le cosiddette aste al doppio ribasso, utilizzate per diversi prodotti, tra cui passata di pomodoro, olio, caffè, legumi, conserve di verdura e che negli anni hanno costretto i produttori a competere selvaggiamente per assicurarsi un contratto con la catena di distribuzione, in una autentica guerra che spinge i prezzi verso il basso e scarica i suoi effetti dannosi su agricoltori e braccianti.
Partendo dalle inchieste di Fabio Ciconte e Stefano Liberti, si è di fatto scoperto il meccanismo delle aste già nel 2016. È il caso di Eurospin, scoperto nel luglio 2018 ad acquistare, tramite un’asta al ribasso, 20 milioni di passate di pomodoro a 31,5 centesimi, quasi al di sotto del costo di produzione.
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Il gruppo si è ripetuto nel 2019, quando con lo stesso metodo aveva acquisito 10 mila quintali di pecorino romano, proveniente da latte sardo, negli stessi giorni in cui i pastori protestavano per la compressione dei prezzi. L’ultimo caso messo in risalto da Terra! risale al marzo 2020, in piena pandemia, quando Eurospin ha organizzato una serie di aste al ribasso per acquisire prodotti della quarta gamma, le classiche insalate in busta. Questa volta, secondo le fonti consultate da Terra! si è arrivati a ribassi del 30% rispetto al prezzo di partenza.
Ecco perché Terra! ha lanciato, insieme alla Flai CGIL, la campagna #ASTEnetevi, che è riuscita ad ottenere già nel 2017 la firma di un protocollo tra parte della distribuzione organizzata e il Ministero dell’Agricoltura e un disegno di legge a prima firma Susanna Cenni approvato alla Camera nel 2019. Ma prima della fine del suo iter, è arrivato il recepimento della Direttiva europea sulle pratiche sleali nella filiera, che ha aggiunto le aste al ribasso all’elenco delle pratiche vietate. Un percorso complesso, ma finalmente coronato da un successo importante per la società civile e il mondo agricolo.
È un risultato storico che aspettavamo da tempo e che dà ragione alla battaglia che portiamo avanti da anni: fermare le aste al doppio ribasso è un chiaro segnale alla Grande distribuzione organizzata (GDO) – dichiara Fabio Ciconte, direttore dell’associazione Terra! – e restituisce dignità agli attori della filiera alimentare, a partire dagli agricoltori ai lavoratori agricoli.
Cosa sono le aste al ribasso
La partecipazione all’asta avviene a seguito di una prima convocazione via e-mail da parte della GDO, che chiede a tutti i fornitori di proporre un prezzo per la vendita di un determinato stock di merce. Raccolte tutte le offerte, il committente convoca un nuovo tender utilizzando quella più bassa come base d’asta. Effettuando il login su una piattaforma digitale, senza sapere chi siano gli altri partecipanti, il fornitore ha pochi minuti per competere, ribassando ulteriormente nel tentativo di assicurarsi la commessa. Nessun meccanismo legislativo regola questo strumento di vendita: essendo un passaggio business-to-business e non business-to-consumer, le tutele sono quasi inesistenti per il venditore. L’unico vincolo che quest’ultimo ha è che non può vendere al di sotto del prezzo di produzione, indicato in una colonnina all’inizio del foglio excel all’interno del quale si fanno le quotazioni.
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Fonte: Associazione Terra!
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