Allevamento di suini sgomberato dopo l’inchiesta di “Report” sulle irregolarità

L'inchiesta di Report ha fatto luce sugli orrori che avvengono negli allevamenti intensivi di suini, e le forze dell'ordine sono intervenute con sanzioni e chiusure

Una piccola vittoria per il benessere degli animali che vivono (e muoiono) negli allevamenti intensivi arriva dalla provincia di Brescia, dopo l’inchiesta “Che porci!” realizzata dalla giornalista Giulia Innocenzi per il programma TV Report (Rai3).

L’inchiesta si era concentrata, in particolare, su alcuni allevamenti intensivi di suini nelle province di Brescia e di Cremona, dove erano state rilevate evidenti irregolarità, condizioni igieniche drammatiche e, soprattutto, un trattamento degli animali disumano.

Dopo la messa in onda del reportage, sono scattate diverse ispezioni da parte di Carabinieri Forestali, NAS e Servizi Veterinari in tre allevamenti delle due province.

Uno dei due allevamenti in provincia di Cremona è stato sanzionato dalle forze dell’ordine a causa delle irregolarità nella gestione e delle gravi carenze a livello igienico/sanitario.

Per l’altro allevamento cremonese (in zona Cumignano sul Naviglio) si prospetta la chiusura definitiva alla fine del ciclo di vita dei suini attualmente in corso – a meno che non migliorino nel frattempo le condizioni di vita dei suini e la biosicurezza dell’impianto.

Al contrario, l’allevamento in provincia di Brescia è stato già sgomberato dai Carabinieri Forestali e dai veterinari dell’ATS di Brescia a causa di gravi inadempienze – come comunicano gli attivisti di Last Chance for Animals (LCA):

Lo stato attuale dell’allevamento di maiali nella provincia di Brescia rappresenta un risultato concreto di cui andiamo orgogliosi perché è stato raggiunto grazie alla nostra inchiesta – si legge sul profilo Twitter di Last Chance for Animals Europe. – Oggi il sito è completamente vuoto!

Leggi anche: Dopo l’inchiesta di Report, l’allevamento di polli Fileni di Monte Roberto rimane chiuso: bocciato il ricorso

L’inchiesta realizzata con Last Chance for Animals

Il “vaso di Pandora” era stato scoperchiato, come abbiamo detto, dal reportage di Giulia Innocenzi che ha messo in luce le gravissime irregolarità in alcuni allevamenti italiani, sia dal punto di vista etico che da quello sanitario.

L’inchiesta, realizzata in collaborazione con LCA Europe, ha mostrato cosa accade all’interno di diversi allevamenti di maiali, destinati anche alla produzione del prestigioso Prosciutto di Parma DOP (una delle eccellenze alimentari del nostro Paese).

Per quanto riguarda il benessere dei suini destinati al macello, fra le problematiche più evidenti sono state evidenziate condizioni di sovraffollamento, taglio della coda routinario (dovrebbe essere praticato solo in casi estremi), presenza di animali malati e feriti, episodi di cannibalismo, maltrattamenti inutili e crudeli.

Ma anche dal punto di vista igienico/sanitario le cose non vanno meglio: mangiatoie e recinti sporchi (con presenza di urine e feci), convivenza fra animali morti e animali vivi, infestazioni di blatte, topi morti avvelenati con topicidi, presenza di amianto e farmaci scaduti.

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Fonti: LCA Europe / Essere Animali

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