Maiali uccisi in massa con elettrocuzione negli allevamenti colpiti da peste suina: aperto fascicolo in Lombardia

Elettrocuzione di massa negli allevamenti di maiali della Lombardia, in cui sono stati registrati casi di peste suina africana: la Procura di Pavia indaga per maltrattamenti e irregolarità dopo le immagini mostrate in esclusiva da Report

Oltre 10.000 maiali sono stati abbattuti con scariche elettriche negli allevamenti della Lombardia per casi di peste suina africana. Una mattanza gigantesca avvenuta con un metodo terrificante, l’elettrocuzione di massa, sconsigliato su così tanti animali, ma eseguito in ogni modo.

A diffondere in esclusiva le immagini strazianti e a denunciare la sofferenza dei suini era stato Report, mandando in onda un’inchiesta su Rai3. L’indagine ha spinto la Procura di Pavia ad aprire un fascicolo per diversi maltrattamenti riscontrati negli allevamenti.

Anche il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, è stato chiamato alla Camera dei deputati per fornire spiegazioni a riguardo.

Chi ha autorizzato l’elettrocuzione, pratica sconsigliata su così tanti maiali, e perché?
C’è un’emergenza benessere animale, fondamentale anche per evitare il rischio di propagazione di malattie?” sono i punti su cui si è soffermata l’inchiesta, mostrando l’inferno che gli animali vivono all’interno degli allevamenti colpiti dalla malattia infettiva.

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Basta un singolo caso per far scattare l’ordine di abbattimento di centinaia e centinaia di esemplari sani destinati alla produzione alimentare. Anche quando i maiali non sono allevati per la loro carne rischiano ugualmente la vita.

Lo hanno dimostrato i fatti del rifugio Cuori Liberi di Sairano, nella provincia di Pavia. Ma negli allevamenti nel mirino non ci si limita a procedure di soppressione pericolose e dolorose.

Parte del materiale raccolto dall’associazione Last Chance for Animals in un allevamento lombardo mette in luce episodi di violenza di ogni genere con maiali presi a calci, a bastonate e irregolarità. Le operazioni e i maltrattamenti riscontrati parlano da soli.

Come è possibile che, nel pieno di un’emergenza, non solo non ci attenga alla prassi, ma si faccia patire agli animali sofferenze maggiori e inutili? La documentazione rende evidente la necessità di contrastare un virus senza dover scendere a compromessi con il benessere animale. 

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Fonte: Report

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