La strage di pesci nel Mar Menor è stata causata dall'inquinamento provocato dall'agricoltura intensiva ma anche dagli allevamenti di suini
Che collegamento ci può essere tra gli allevamenti di suini e una moria di pesci? Apparentemente nessuna ma, a ben guardare, l’impatto degli allevamenti intensivi (e dei loro liquami) si ripercuote inevitabilmente sull’ambiente. In Spagna sembra che questo abbia contribuito a causare la strage di animali marini nel Mar Menor.
Un’indagine, condotta da Lighthouse Reports e dai giornalisti di elDiario.es e La Marea, ha rivelato che il ruolo dell’industria della carne suina nell’inquinamento di una delle più grandi lagune di acqua salata d’Europa, potrebbe essere maggiore di quanto si immaginava.
Ma partiamo dall’inizio. Ad agosto i residenti della regione sud-orientale di Murcia, in Spagna, hanno lanciato l’allarme dopo che avevano notato decine di pesci morti sulle rive della laguna del Mar Menor. Dopo pochi giorni si è verificata una vera e propria strage: si parla di quasi 5 tonnellate di carcasse di pesci che si sono depositate sulle spiagge dove hanno iniziato a decomporsi.
Le acque risultavano torbide, il fetore era insopportabile e la questione, come è ovvio, è finita al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e della stampa spagnola.
Gli scienziati da subito hanno iniziato ad accusare della situazione i decenni di deflussi carichi di nitrati che hanno innescato la fioritura delle alghe e impoverito l’acqua di ossigeno, creando dunque una situazione non adatta alla sopravvivenza dei pesci.
Al centro dell’attenzione, come prima causa dell’inquinamento della laguna, è finita l’agricoltura intensiva della zona e i fertilizzanti utilizzati dai contadini. Questi hanno reso l’acqua del Mar Menor contaminata da alti livelli di nitrati e fosforo.
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C’erano però anche altri colpevoli, fino ad ora totalmente ignorati. Si tratta proprio degli allevamenti intensivi di suini di Campo de Cartagena e in particolare dei loro depositi di liquami (una miscela di feci, urina e resti di cibo) che presumibilmente non rispettano le normative e contaminano le acque sotterranee.
Ora la nuova indagine, condotta per 4 mesi, ha voluto esaminare proprio il ruolo di questi allevamenti che sono aumentati a dismisura negli ultimi dieci anni nella zona del Mar Menor e che avrebbero contribuito ad alimentare uno dei peggiori disastri ambientali della Spagna degli ultimi anni.
Le fotografie scattate dai droni e le immagini satellitari dell’area, raccolte dall’indagine, mostrano rifiuti dei suini fuoriuscire da stagni di liquami, scaricati su terreni vicini o immagazzinati in grandi buche nel terreno.
Già un rapporto del 2019 del ministero dell’Ambiente spagnolo aveva evidenziato che molti allevamenti non rispettavano le normative secondo cui i rifiuti dei maiali devono essere conservati in stagni impermeabili chiusi. Nel report si legge:
Sono state rilevate gravi carenze nelle strutture per lo stoccaggio dei rifiuti di bestiame … l’impermeabilizzazione è quasi inesistente, consentendo ai rifiuti di fuoriuscire direttamente nel terreno e con conseguente contaminazione della falda acquifera.
I pesci morti che si sono riversati sulle rive del Mar Menor quest’estate sono solo l’ultimo capitolo di una situazione ambientale drammatica che dura da tempo. Nel 2016, le fioriture di alghe hanno trasformato le acque della laguna in un’immensa distesa verde, mentre nel 2019 migliaia di pesci e crostacei morti si sono riversati sulle coste.
Una grande responsabilità di questa situazione è, come già detto, dell’agricoltura locale ma non bisogna dimenticare, come ha sottolineato questa indagine, il ruolo degli allevamenti suini.
Andrés Pedreño Cánovas, professore di sociologia all’Università di Murcia ha dichiarato:
Gli allevamenti di suini sono cresciuti senza alcun controllo, creando una bolla guidata dai mercati internazionali e in particolare dalle esportazioni in Cina. Ma le bolle scoppiano sempre, e questa lascerà dietro di sé un territorio devastato, inquinato e in crisi.
La morte del Mar Menor è il simbolo di una crisi molto più ampia creata dal desiderio di produrre carne a buon mercato in Spagna. Un fatto che però ci coinvolge tutti e ricorda quanto sia importante cercare (quantomeno) di limitarne il consumo.
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Fonte: DW/ The Guardian / El Diario
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