Chiude anche l’ultimo allevamento di animali da pelliccia in Germania. Dopo anni di battaglie della Peta tedesca, la fattoria di Rahden non ucciderà più esseri viventi, mentre il paese raggiunge con largo anticipo l’obiettivo fissato inizialmente per il 2022.
Chiude anche l’ultimo allevamento di animali da pelliccia in Germania. Dopo anni di battaglie della Peta tedesca, la fattoria di Rahden non ucciderà più esseri viventi, mentre il paese raggiunge con largo anticipo l’obiettivo fissato inizialmente per il 2022.
La fattoria a Rahden ora è vuota e chiusa, scrive Peta, secondo cui l’allevamento è stato costretto alla decisione per via dei continui controlli e ispezioni a sorpresa, dopo le pressioni e le denunce degli animalisti che da oltre vent’anni, si battono per porre fine al massacro degli animali destinati a diventare pellicce.
Grandi passi avanti nel campo della moda, che diventa sempre più etica. I grandi brand come Giorgio Armani, Versace, Gucci, Calvin Klein, Ralph Lauren e Vivienne Westwood, tanto per citarne alcuni, hanno già detto addio alle pellicce vere.
In Germania, la rivoluzione era iniziata nel 2017 quando era stato vietato l’allevamento, ma i gestori avevano cinque anni di tempo per abbandonare l’attività, quindi il 2022. Ma a quanto pare, le pressioni del mondo animalista, hanno accelerato i tempi.
Come scrive sul proprio sito Peta, a Rahden del Nord Reno-Westfalia venivano allevati migliaia di visoni costretti a vivere in minuscole gabbie, senza libertà di movimento, al freddo, tra gli escrementi e senza vedere mai la luce del sole. Animali annullati e diventati automi con gravi disturbi del comportamento.
Ecco l’orrore che succedeva all’interno:
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“Ora l’ufficio veterinario competente di Minden-Lübbecke ci ha informato che non ci sono animali nell’area. Il fatto che ora la fattoria sia vuota significa che in Germania finalmente non ci sono più animali sfruttati negli allevamenti”.
In un’intervista alla Neue Westfälische il proprietario della fattoria afferma di aver venduto tutti gli animali, ma non accenna ad alcun senso di colpa per aver inferto agli animali solo sofferenza e morte.
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