Box sporchi, infestazioni di topi, strutture fatiscenti e scene di cannibalismo. E’ l’orrore che si cela in sei allevamenti di suini nelle province di Brescia, Mantova e Cremona, e alcuni dei quali sarebbero destinati alla produzione di Prosciutto di Parma e di prosciutti di altre DOP.
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Box sporchi, infestazioni di topi, strutture fatiscenti e scene di cannibalismo. È l’orrore che si cela in sei allevamenti di suini nelle province di Brescia, Mantova e Cremona, e alcuni dei quali sarebbero destinati alla produzione di Prosciutto di Parma e di prosciutti di altre DOP.
Attenzione questo articolo contiene immagini e video che potrebbero urtare la vostra sensibilità
Pratiche illegali come mutilazioni, mancanza di igiene e di cure veterinarie e ancora presenza di parassiti e totale indifferenza nei confronti del benessere degli animali.Recenti filmati sulle condizioni di sei allevamenti di suini in Italia mostrano ciò che succede negli allevamenti intensivi.
“Sono questi gli standard di “eccellenze” che vengono finanziate dall’Unione Europea? Chiediamo al Ministro della Salute e ai Responsabili dei servizi veterinari delle Regioni, se anche questa volta sentiremo dire che si tratta di casi isolati e che il sistema dei controlli (a campione) funziona: quali controlli sono stati svolti su queste strutture e quali provvedimenti saranno presi? In quali supermercati e su quali tavole finirà la carne e il prosciutto di suini allevati in queste condizioni?”, afferma Roberto Bennati, vicepresidente della Lav.
Purtroppo sempre più spesso documentiamo ciò che succede negli allevamenti, solo qualche giorno fa vi avevamo parlato della macellazione dei conigli che vivono nelle medesime condizioni dei maiali. Nonostante video e foto raccapriccianti, forse ancora la maggior parta dei consumatori non è consapevole di ciò che consuma quotidianamente.
Cosa succede all’interno degli allevamenti?
La stragrande maggioranza dei maiali in Europa non vede mai la luce del giorno o non respira aria fresca, ma trascorre tutta la vita in stalle sporche e prive di finestre, prima di essere mandata al macello. Le nuove indagini rivelano la realtà di alcuni allevamenti di suini per la produzione dei prodotti a base di carne di maiale più costosi venduti nei supermercati e nei negozi di gastronomia in Europa e nel mondo.
“Queste rivelazioni sono ancora più irritanti in quanto si tratta di un’industria che beneficia di milioni di euro di sovvenzioni nazionali e comunitarie, senza dover garantire criteri sanitari più elevati rispetto alle norme e situata in una città proclamata dall’Unesco ‘Città creativa per la gastronomia’”, scrive la Lav in un comunicato stampa.
Consumo di prosciutto
La lega anti vivisezione va poi una panoramica del consumo di prosciutto: oltre due terzi del prodotto sono consumati in Italia (68%), il resto viene esportato in oltre 50 paesi in tutto il mondo. La maggior parte delle esportazioni (61%) è destinata ad altri paesi europei, con Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi e Belgio tra i principali importatori.
Gli Stati Uniti sono il principale mercato internazionale (nel 2016 hanno importato 4,5 milioni di chili di prosciutto) e il Consorzio punta ad aumentare le vendite in Nord America, Asia, Australia e Nuova Zelanda.Sempre secondo la Lav, il Consorzio ‘partecipa a tre progetti di promozione agroalimentare finanziati dall’Unione Europea che beneficiano di finanziamenti comunitari per un totale di €7.364.300′.
L’orrore dell’investigazione
Il rapporto di investigazione è relativo ad alcuni allevamenti situati nelle province di Brescia, Mantova e Cremona. In quattro casi nel materiale video è possibile vedere come i suini sono marcati con tatuaggio sulle cosce che indica la destinazione dei suini alla produzione dei consorzi.
“Ed infatti tutte città si trovano in Lombardia, una delle 10 regioni italiane abilitate ad allevare suini per la produzione del Prosciutto di Parma, secondo le specifiche DOP”, scrive la Lav.
Tutti gli allevamenti sono intensivi e su scala industriale, ciascuno comprende da 3 a 10 capannoni ed ha una capacità totale di 3-10mila singoli suini. Gli allevamenti sono specializzati nelle fasi della gestazione e maternità, svezzamento, crescita-finissaggio e ingrassamento dei suini.
Carenza di igiene
Palese la carenza di igiene: nell’area destinata alla gestazione e al parto sono presenti carcasse di maiali morti. Si vedono ratti e topi che corrono all’interno dei capannoni, mentre i maiali, vivendo ammassati, urinano gli uni sugli altri. Ancora feci e urine sono presenti nelle mangiatoie e ricoprono il corpo dei maiali.
Taglio della coda
La stragrande maggioranza dei maiali di tutte le età ha subito il taglio della coda. Le riprese mostrano numerose code all’interno di un cassone dei rifiuti contenente carcasse di animali morti (soprattutto maiailini) e altri resti. Ricordiamo che il taglio sistematico della coda è illegale nell’UE da oltre 20 anni.
Carenza di arricchimento ambientale
I maiali sono tenuti in semplici recinti con pavimentazioni fessurate. Questa pratica è in aperto contrasto con la legislazione UE vigente che impone agli allevatori di suini di fornire un adeguato arricchimento ambientale a tutti i suini.
Le riprese mostrano dei chiari casi di “comportamento reindirizzato”, dove i maiali masticano le orecchie, i musi e gli arti di altri maiali perché non hanno altro da fare.
Mancanza cure veterinarie
Moltissimi animali malati che necessitano di cure veterinarie. In un caso, una scrofa gravemente emaciata e zoppa situata in un box di gestazione striscia con difficoltà verso la mangiatoia. La stessa scrofa viene poi ripresa mentre si stende svogliatamente sul pavimento tremante, chiaramente bisognosa di cure veterinarie urgenti.Ci sono ancora casi di prolasso rettale che può portare alla morte, lesioni ulcerate, ernie addominali, tanto per citare alcuni esempi.
Ancora sovraffollamento e mancanza di aria è la triste condizione che vivono i suini, non diversa da quella di qualsiasi altro dell’UE.
“È inconcepibile che un consorzio come quello del Prosciutto di Parma, con miliardi di euro di fatturato l’anno, non abbia invece imposto ai suoi produttori i più severi e restrittivi standard di benessere degli animali per poter aderire al consorzio”, dice la Lav.
Guarda il video (attenzioni immagini forti)
Cosa puoi fare tu
Grazie alla petizione End Pig Pain campaign di Eurogroup for Animals sono state già raccolte 500mila firme di cittadini di tutto il mondo, con le quali si invitano gli Stati Membri europei a far rispettare pienamente la legislazione UE sul benessere dei suini.
Non solo prosciutto di Parma
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Dominella Trunfio
Foto e video: LAV