Abbattimento delle nutrie. È bagarre tra le associazioni animaliste e ambientaliste sullo sterminio previsto per domani 4 giugno nel parco Urbano di Levante a Cesenatico delle nutrie, che secondo l’amministrazione comunale sarebbero presenti in sovrappopolazione.
Abbattimento delle nutrie. È bagarre tra le associazioni animaliste e ambientaliste sullo sterminio previsto per domani 4 giugno nel parco Urbano di Levante a Cesenatico delle nutrie, che secondo l’amministrazione comunale sarebbero presenti in sovrappopolazione.
Gli schieramenti vedono da un lato l’Enpa, assolutamente contraria alla misura, e dall’altro il Wwf, nella figura del suo presidente Ivano Togni, che su facebook è intervenuto a sostegno della soluzioni “estrema” per eliminare una seria minaccia per la nostra biodiversità. Tutto parte dalla programmazione della battuta con fucili e carabine programmata dal Comune e formalmente autorizzata da un’ordinanza, con il benestare della Provincia, per dare la caccia alle nutrie. L’azione, che trova fondamento nel piano di eradicazione della nutria e dalla legge statale 157/92 per il controllo della fauna selvatica, ha trovato fin da subito il fronte duro della Protezione Animali, che ha chiesto al Presidente della Provincia di Forlì e al Sindaco della città romagnola di fermare immediatamente la strage.
“Purtroppo la zona del Forlivese e del Cesenate non è nuova a iniziative del genere – dichiara l’Enpa -. Tali iniziative evidenziano una superficialità degli amministratori locali in materia di gestione della fauna selvatica. Infatti, la nutria può essere considerata a tutti gli effetti un animale selvatico, soggetto quindi alle previsioni normative della legge 157/92 la quale, è bene ricordarlo, stabilisce che per il contenimento delle popolazioni, nel caso in cui sussistano reali problemi, debbano essere applicatile metodologie ecologiche proposte e valutate dall’ISPRA. Inoltre è necessario sottolineare che in nessuna parte della citata normativa nazionale è citato il termine “eradicazione””.
L’associazione, che si è riservata la facoltà di verificare i documenti relativi alla presunta situazione di sovrappopolazione, si chiede se sia stato preso in considerazione il ricorso a soluzioni incruente obbligatorie per legge. “Vorremmo anche capire quali sarebbero i problemi legati alla presenza delle nutrie nel parco – prosegue la Protezione Animali -. Risulta infatti difficile credere ad episodi di zoonosi visto che ad oggi non risultano casi documentati di trasmissione di patologie dalla nutria all’uomo o agli animali d’affezione. E vero invece che l’esecuzione di massa rischia di creare le condizioni per un successivo aumento demografico, causato da una destrutturazione della popolazione di nutrie a favore delle classi d’età più giovani e delle femmine”.
Ma sull’argomento il presidente del Wwf Ivano Togni non è affatto d’accordo. “Spiace contraddire – dice Togni- gli amici dell’Enpa ma la Nutria è una specie alloctona invasiva che costituisce una seria minaccia per altre specie animali autoctone ed in generale per la nostra biodiversità, pertanto è una specie da eradicare, non solo dal Parco Levante di Cesenatico ma su tutto il territorio nazionale. L’impatto negativo che la nutria provoca sulle biocenosi vegetali e animali è ormai accertato e non avendo ancora causato effetti irreversibili, a maggior ragione si rende opportuno adottare strategie di controllo che tendano a limitare in maniera efficace la sua diffusione e la sua consistenza numerica”.
Sui metodi di soppressione, poi, ci si dovrebbe accertare che “siano indolori e a norma con le leggi vigenti, in alcuni casi si è adottato il cloroformio, ma non è poi detto che un’arma da fuoco sia più indolore di altri strumenti. Spiace anche a noi l’idea di sopprimere animali, comunque incolpevoli, ma la loro tutela implicherebbe la scelta di condannare tante altre specie animali e vegetali che subiscono il loro impatto”. Ma il problema della Nutria, per il Wwf, resta.
L’Enpa , però, non ha dubbi: “è sconcertante che gli enti locali non capiscano quanto uccidere animali sia inutile, dispendioso, contrario alla scienza e alla volontà popolare. Forse il vero obiettivo non è quello di risolvere un presunto problema ma di ottenere consensi facili mostrando all’opinione pubblica un “volto” decisionista attraverso una soluzione che forse avrebbero applicato nella preistoria, quando un animale che “minacciava” la vita dell’uomo, veniva ucciso. Un passo falso che si vorrebbe compiere sulla pelle degli animali e contro la volontà popolare”.
Roberta Ragni
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