Il lupo (non) è salvo

I lupi oggi sono salvi, ma è troppo presto per cantare vittoria. Il famigerato Piano per l’abbattimento dei lupi ha subito uno stop durante la Conferenza Stato – Regioni e adesso il documento torna al ministro dell’Ambiente Galletti.

I lupi oggi sono salvi, ma è troppo presto per cantare vittoria. Il famigerato Piano per l’abbattimento dei lupi ha subito uno stop durante la Conferenza Stato – Regioni e adesso il documento torna al ministro dell’Ambiente Galletti.

Si va, dunque, verso il rinvio del provvedimento di abbattimento dei lupi, per “studiare possibili alternative”. Un piccolo passo a favore di questi animali selvatici frutto di petizioni online, mobilitazioni, appelli social, raccolte firme e proteste pacifiche da parte di associazioni animaliste, ambientaliste ma anche privati cittadini.

Il documento, come vi avevamo dato notizia, prevede 22 misure in cui si parla di recinti elettrificati, rimborsi agli allevatori, lotta agli incontri tra cani e lupi. Ma il punto che fa più discutere è quello che riguarda l’abbattimento controllato del lupo fino al 5% degli esemplari presenti sul territorio nazionale.

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lupi abbattimento

Un vero e proprio passo indietro, dopo 46 anni di protezione.

“Per fortuna il Piano nazionale di Conservazione e Gestione del Lupo, che prevedeva l’abbattimento di una specie protetta, ha subito uno stop grazie alle mobilitazioni delle associazioni ambientaliste e alla petizione #SalvailLupo”, spiega in una nota Rinaldo Sidoli, responsabile nazionale Verdi dipartimento Tutela e salute degli animali.

Soddisfatti anche Lav, Enpa, LAC Lipu, LNDC e Animalisti italiani.

“Questo primo risultato conferma le posizioni etiche e scientifiche fermamente contrarie all’uccisione dei lupi”, dicono all’unisono ricordando che la mobilitazione #cacciaunNO continua.

caccia un no

Ricordiamo che l’Enpa ha raccolto 500mila firme su Facebook altre 170mila sono state raccolte dai Verdi con una petizione su change.org, accanto a loro anche tante regioni come Lazio, Puglia e Abruzzo contrarie sin da subito all’abbattimento.

Oggi per tutta la giornata ci sono state manifestazioni per chiedere al ministro Galletti un intervento definitivo a favore dei lupi.

Purtroppo però in un’intervista di stamattina su Radio 24, il ministro ha difeso ancora il provvedimento.

“O non si è letto il testo o si è in malafede. Oggi ci sono in Italia più di 1500 lupi, 250-300 ogni anno bracconati, secondo voi è aperta la caccia al lupo o la apro io? Se noi non interveniamo per diminuire la pressione sui territori, i bracconieri continueranno ad ammazzarli”.

Secondo il ministro nel testo “c’è un nucleo anti-bracconaggio con i carabinieri forestali e le polizie provinciali, cani anti-veleni contro i bocconi avvelenati, altre azioni di prevenzione per gli allevatori per proteggersi ed evitare che il lupo mangi le bestie”.

LEGGI anche: SALVIAMO I LUPI DALL’ABBATTIMENTO, #SOSLUPO (PETIZIONE)

E continua duro:

“Se le Regioni si sfilano e non approvano questo piano, non la approvino. La gestione del lupo tocca a loro, io sto dando solo l’inquadramento legislativo. Poi se vogliamo nasconderci dietro un dito e farsi fotografare col lupetto in mano, si faccia pure. Ho incontrato agricoltori e allevatori che hanno chiuso le aziende. Ci sono zone che sono veramente a rischio per le attività economiche a causa della pressione del lupo – ha concluso – ma questo vuol dire che dobbiamo salvarlo e non ammazzarlo, far vivere pacificamente il lupo con le attività economiche“.

Parole, dunque, che non lasciano margine all’immaginazione e l’abbattimento controllato fino al 5% della popolazione sembra ancora un tema scottante.

Non concordano gli etologi, che hanno largamente smentito questa tesi sulla lotta al bracconaggio (nell’articolo che segue il parare di De Giorgio e di Marchesini).

LEGGI anche: L’ABBATTIMENTO DEI LUPI È INSENSATO: IL PARERE DEGLI ETOLOGI (E COSA POSSIAMO FARE)

“Ringraziamo il Presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini per aver sposato la nostra battaglia ma la nostra mobilitazione non si ferma qui con la petizione e con il presidio che abbiamo promosso questo pomeriggio alle 16 al Pantheon. Invitiamo le associazioni e i cittadini a proseguire la battaglia anche perché non ci fidiamo del Ministro dell’ambiente Galletti che rappresenta un ossimoro con la sua carica: anche oggi ha incredibilmente giustificato i bracconieri tentando di sponsorizzare il condono per le stragi di lupi che aveva preparato con la misura 22 del piano”, conclude Sidoli.

Per questo motivo, la mobilitazione #soslupo deve continuare.

“Il nostro obiettivo è che il lupo continui ad essere una specie protetta, così come è stato fino ad ora, garantendo la necessaria convivenza con le attività economiche legate all’agricoltura e pastorizia e siamo pronti a lavorare con gli allevatori”.

Un primo passo è stato fatto, ma la strada purtroppo è tutta in salita.

Noi continueremo a vigilare.

SE NON L’HAI ANCORA FATTO, FIRMA LA PETIZIONE! CLICCA QUI

Dominella Trunfio

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