A Roma le botticelle diventano elettriche? Cosa c’è davvero dietro alla mozione approvata (e sì vedremo ancora cavalli sfruttati e stremati)

L’Assemblea capitolina ha approvato la mozione per l’abolizione delle tradizionali botticelle trainate dai cavalli nel centro storico, sostituendole con carrozze a trazione elettrica. Ma la questione maltrattamento animali è tutt'altro che chiusa

Finalmente basta con i cavalli! Stremati dalla stanchezza e dal caldo, per decenni li abbiamo visti trainare carrozze per le vie di Roma. Chi è passato almeno una volta per la Capitale, infatti, avrà sicuramente visto le cosiddette “botticelle”, le tipiche attrezzature “acchiappa-turisti” che proprio nulla hanno di rispettoso nei confronti di quei poveri animali.

E così, dopo anni di battaglie e di improbabili alternative – vi ricordate le bio-carrozze proposte anni fa? – una svolta sembra arrivare sotto il sole della Città eterna. Ma è davvero così? Basterà rendere elettriche le carrozze per eliminare la tortura a quei poveri animali? E, soprattutto, quando avverrà definitivamente?

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Nei giorni scorsi, l’Assemblea capitolina ha di fatto approvato una mozione che sancisce l’abolizione delle tradizionali carrozze trainate da cavalli nel centro storico, sostituendole con moderne botticelle a trazione elettrica.

Ma attenzione: si è presentato questo documento come se l’abolizione delle botticelle fosse cosa fatta, ma non è così. In questo modo, infatti, quella che è semplicemente stata una mozione ha in realtà gettato solo fumo negli occhi, ma non tutti si sono accorti che con quel documento ci si è solo impegnati “a prevedere delle valide alternative alla trazione animale delle botticelle di Roma”.

Cos vuol dire? Come precisano dall’OIPA la questione è tutt’altro che chiusa, tanto che è da tempo che chiedono la conversione degli attuali permessi in licenze taxi o in licenze per mezzi elettrici con i quali continuare a trasportare turisti, “ma per arrivare a questo traguardo il Campidoglio dovrebbe avviare una trattativa con il 17 titolari delle licenze per vetturini di botticelle (ognuna di esse collegata a due cavalli)”.

Cosa è stato deciso, quindi, dall’Assemblea Capitolina? Secondo il testo:

L’Assemblea Capitolina impegna il Sindaco e la Giunta a prevedere delle valide alternative alla trazione animale delle botticelle di Roma, e riconvertire le licenze dei vetturini evitando quindi ricadute sul piano occupazionale.

In questi giorni di estremo caldo, l’Oipa invita cittadini e turisti a segnalare ai vigili urbani al numero 0667691 (o ai numeri dei gruppi dei Municipi interessati alla violazione) il mancato rispetto di quanto previsto dal Regolamento comunale sulla tutela degli animali, che dallo scorso anno ha reso permanenti le disposizioni delle ultime ordinanze annuali. In particolare, si prevede che i cavalli che svolgono attività di trazione di vetture pubbliche non possono lavorare per più di sei ore al giorno e hanno diritto a pause adeguate di riposo tra un tragitto e l’altro, in estate da svolgersi all’ombra; i conduttori devono provvedere ad abbeverarli regolarmente, è vietato trasportare un numero di persone superiore a quello dei posti per i quali la carrozza è omologata, non a cassetta, e la sola andatura consentita è il passo.

Inoltre è proibito percorrere strade in salita fuori dalla zona a traffico limitato. È vietato far lavorare i cavalli dal 1° giugno al 15 settembre dalle ore 13 alle ore 17. In questo stesso periodo, nelle giornate caratterizzate dai livelli di rischio 2 e 3 del bollettino giornaliero del “Sistema di allarme per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla salute”, specifico dell’area urbana di Roma, emanato dal Ministero della Salute, il divieto di far lavorare i cavalli è esteso dalle ore 11 alle ore 18.

Ben vengano, dunque, proposte come quella mozione, ma ci vuole del tempo per metterle in pratica. Che lo si faccia, però, e in tutta fretta perché ancora oggi ci sono cavalli che accusano malori, cedimenti e addirittura muoiono. Una buona notizia a metà, quindi, che potrebbe anche fungere da apripista anche per altre città italiane in cui siamo costretti a vedere centinaia di cavalli sfruttati dai vetturini per il loro profitto.

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